Opinioni & Commenti

Tutto è come prima, forse anche peggio, ma esempi positivi ce ne sono. Seguiamoli

Con questa domenica torna anche Toscana Oggi con le sue notizie e i suoi approfondimenti, costretti a dire che «tutto è esattamente come prima dell’emergenza Covid». Niente è cambiato. Potremmo quasi dire che siamo addirittura peggiorati: durante questa strana estate non sono mancate le solite polemiche politiche, acutizzate dal fatto che si andrà alle urne tra 15 giorni e quindi abbiamo vissuto anche una campagna elettorale estiva. Non sono mancati casi di cronaca e di violenza, spesso contro le donne vittime troppo spesso di persone che dicevano di amarle.

In Parlamento, ma la Regione Toscana aveva fatto da apripista, si è riusciti a far passare un nuovo regolamento per la Ru486 che lascia ancora più sole proprio le donne e non è certo quel favorire la libertà delle stesse come qualcuno continua a far credere dimenticando, come ha scritto Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita, che «il concepito è uno di noi e non un grumo di cellule». La scuola e l’università sono ancora nel limbo e non si capisce come davvero torneranno i ragazzi nelle aule, soprattutto quelli delle primarie e delle secondarie. Tutto serve per la polemica: mascherine sì mascherine no, distanziamento, mense, banchi con le ruote o senza, medici negli istituti, persino il fatto che a Codogno (il primo paese colpito dal coronavirus) i nuovi banchi siano stati portati dall’Esercito.

Nessuno, fino a pochi giorni fa, sembrava interessato davvero a far sì che alunni e studenti tornassero a far lezione in sicurezza ma in presenza perché, se una cosa l’emergenza l’ha dimostrata, è che non tutti hanno le stesse possibilità: a molti mancano i mezzi tecnici e talvolta, se anche questi ci sono, le difficoltà di collegamento rendono impossibile ascoltare maestre e professori. Ora tutti corrono ai ripari e speriamo non torni di attualità un vecchio proverbio: «la gattina frettolosa fa i gattini ciechi». Anche i giovani sono stati al centro di polemiche per le mascherine impossibili da usare nelle discoteche e nei locali, sicuramente riaperti con molto pressappochismo. Certo molti di loro hanno sbagliato, ma non sono i soli se pensiamo a certi vip che avevano fatto, e fanno, del negazionismo il loro credo per motivi, quasi sempre, d’interesse personale.

Eppure ha ragione Umberto Folena– lo trovate su questo numero – a sottolineare come non tutti i giovani hanno avuto comportamenti irresponsabili. Da quest’ultimi dobbiamo allora ripartire per guardare a un nuovo anno che non sarà facile per i tantissimi che per il Covid hanno perso, o perderanno, il lavoro o per un’Italia che ha bisogno di un nuovo slancio per tornare a crescere. Non sarà facile ma di esempi positivi ce ne sono. Oltre ai giovani di cui ci parla Folena, noi vogliamo segnalare un’altra esperienza positiva che continuiamo a vedere in tantissime nostre chiese. Sono quei fedeli che, pur tra mille difficoltà e paure, stanno piano piano tornando a frequentare le Messe, dando un esempio di come si possa vivere un’emergenza. L’8 marzo scorso vennero chiuse giustamente tutte le chiese. Quando due mesi dopo vennero riaperte tante «Cassandre» ipotizzarono per questo una ripresa dei contagi poi smentita dai fatti e dalla capacità dei fedeli di seguire le regole.

Ecco perché, nonostante le difficoltà e le troppe e inutili polemiche, noi vogliamo guardare con fiducia ai prossimi mesi. Gli esempi positivi ci sono, facciamo sì di uscire allo scoperto, di far vedere che è possibile seguirli. Gli stessi presidi, professori, maestre e maestri, ci dimostrino che mentre i politici continuano a litigare, nonostante gli esperti ci dicano che ci sarà un’impennata di contagi, è possibile vivere il nostro quotidiano rispettando gli altri, tornando a dare un futuro e una cultura ai nostri giovani. Torniamo dopo l’estate con questo spirito e forse saremo un Paese diverso da prima ma migliore.