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Visita in Baviera, il Papa torna a casa

Papa Benedetto torna in patria. Questo non significa che torna in Germania: il Santo Padre, infatti, torna in Baviera, che per lui e per gli stessi bavaresi ha un significato molto più specifico che il ritorno nella grande Germania. Un anno fa il Pontefice è stato a Colonia sul Reno, per incontrare 1 milione di giovani venuti da ogni parte della terra. Quest’anno incontrerà i concittadini bavaresi: il viaggio apostolico di Benedetto XVI si svolge dal 9 al 14 settembre.

Il Papa teologo non ha mai nascosto il suo attaccamento alla Baviera. Ma si dovrebbe dire Oberbayern – la Baviera Superiore. Perché la Baviera intera con i suoi 12 milioni di abitanti è più grande del Belgio e molti bavaresi del nord sono protestanti. Una visita di un Papa non è mai una visita di nostalgia, ma è sempre una visita pastorale. Malgrado questo, il Santo Padre ha sottolineato varie volte, che ha grande desiderio di vedere ancora una volta i luoghi e le persone care, che gli stavano vicino durante gli anni passati, quando era docente di teologia e arcivescovo di Monaco. Perciò le tappe del suo viaggio sono Monaco, Altötting, Regensburg, Freising – con un piccolo salto a Marktl am Inn, dove il Papa è nato nel 1927. Anche se i genitori di Joseph Ratzinger sono andati via da Marktl, quando il bambino aveva soltanto 2 anni. Prima tappa del viaggio è Monaco: tornarvi significa tornare al punto dove la vita del grande teologo è cambiata. Nel 1977, infatti, il nunzio informa Ratzinger che Papa Paolo VI lo vuole arcivescovo di Monaco, successore del grande Döpfner, che tanto influsso aveva avuto sul Vaticano II. Per i parroci bavaresi il dialogo con il loro vescovo intellettuale non era sempre facile. Forse Joseph Ratzinger stesso aveva l’impressione, alla partenza da Monaco, che il talento donatogli da Dio era più adatto per la promozione della fede a Roma.

La seconda tappa del viaggio è Altötting, nella diocesi di Passau, in cui il Papa è nato. Il santuario di Altötting era meta di molti pellegrinaggi della famiglia Ratzinger. Lì il Santo Padre si sente a casa e lì sente anche battere il cuore credente di molti cattolici, che si recano da più di 500 anni.

A Regensburg sul Danubio – fondato dai romani come Castra Regina – è stata l’ultima cattedra ratzingeriana. Il professore aveva pensato di rimanere lì fino alla fine della sua vita. Perciò ha comprato una casa – a Pentling – ha seppellito lì i suoi genitori e la sorella.

La visita in Baviera non è solo nostalgia, ma desiderio di una nuova evangelizzazione che anche in madre-patria non è superflua. E Benedetto XVI sa che l’entusiasmo di avere un Papa tedesco non può nascondere il fatto, che ci sono teologi tedeschi che ancora dubitano che il “Cardinale-Panzer” sia veramente diventato un Papa mite e umile. Certamente il Papa farà il tentativo di convincere anche quelli, sempre meno numerosi, che ancora dubitano, che non si tratta di condannare, ma di costruire insieme la casa del Signore. L’ultima tappa sarà Freising, dove Ratzinger aveva cominciato a insegnare teologia poco dopo la seconda guerra mondiale. A Freising c’è la con-cattedrale di München.Posso paragonare il viaggio del Papa in Baviera alla visita di Gesù a Nazareth: convincere i vicini è molto più difficile che convincere i lontani. Il cuore del Papa batterà molto a causa di questo impegno e a causa della gioia di essere a casa sua. Eberhard GemmingenDirettore dei programmi in lingua tedesca di Radio Vaticana