Dante700 a cura di Franco Cardini

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"Quanto all’anno che verrà, anzi che sta venendo – primo del secondo decennio del secolo –, esso è già occupato dalla frondosa corona di lauro, dal gran naso aquilino e dal mento ossuto e puntuto dell’Altissimo Poeta". Il sempre piacevole tono semiserio, a sprazzi polemico, di Franco Cardini ha introdotto così, sulle pagine dell’ultimo numero di Toscana Oggi – e primo del 2021 – il tema delle celebrazioni per il settimo centenario della morte del Sommo Poeta. Ma il suo articolo è solo il primo di una nutrita serie: ogni mese ci presenterà alcuni dei suoi personaggi più famosi. Letture da non perdere e che dispiacerebbe non conservare: per questo alla fine dell’anno le raccoglieremo in un volume da donare ai nostri lettori in ricordo di quest’anno dantesco.

Giustiniano imperatore, al centro della sua corte di vescovi, di senatori e di armigeri, guardava lontano e assorto. La testa cinta dal nimbo glorioso dei santi, come si addice a un sovrano, un Cristo del Signore.

«Caro maestro, date retta a me: correggete quella roba che i miei concittadini hanno dipinto nella basilica di sopra! Parlate delle nozze, quelle nozze mistiche benedette che i committenti avignonesi e parigini hanno taciuto e i pittori fiorentini omesso. Dipingetele voi con decisione, senza paura!».

Né messer Bocca degli Abati né messer Mosca de’ Lamberti erano soddisfatti per come si era concluso il convegno della «taglia» ghibellina a Empoli in quel fatidico 1260 tanto atteso dai francescani «spirituali» come l’anno della nuova rivelazione e culminato, grazie al patrocinio della Beata Vergine Maria, con la vittoria di Montaperti.