Risponde il teologo
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Dal Concilio tre criteri per l'interpretazione delle Sacre Scritture

Parole chiave: concilio (41), benedetto xvi (2612), bibbia (115)

DI ANDREA DRIGANI

Giovedì 23 aprile Papa Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti all'assemblea plenaria della Pontificia Commissione Biblica che si è riunita per approfondire l'importante argomento dell'ispirazione e della verità della Bibbia. A tal riguardo il Papa ha ricordato che il Concilio Vaticano II indica tre criteri sempre validi per un'interpretazione della Sacra Scrittura conforme allo Spirito che l'ha ispirata.

Il primo è di prestare grande attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura. Infatti - ha proseguito il Pontefice - per quanto siano differenti i libri che la compongono, la Bibbia è una in forza dell'unità del disegno di Dio, del quale Cristo è il centro ed il cuore. In secondo luogo occorre leggere la Scrittura nel contesto della tradizione vivente di tutta la Chiesa, poiché la Chiesa - ha continuato Benedetto XVI - porta nella sua Tradizione  la memoria viva della Parola di Dio ed è lo Spirito Santo che le dona l'interpretazione di essa. Come terzo criterio - ha detto ancora il Papa - è necessario prestare attenzione all'analogia della fede, ossia alla coesione delle singole verità di fede tra di loro e con il piano complessivo della Rivelazione.
Lo studio scientifico dei testi sacri è importante - ha aggiunto il Pontefice - ma non è da solo sufficiente perché rispetterebbe solo la dimensione umana; per rispettare la coerenza della fede della Chiesa l'esegeta cattolico deve essere attento a percepire la Parola di Dio in questi testi, all'interno della stessa fede della Chiesa. In mancanza di questo punto di riferimento - ha osservato Benedetto XVI - la ricerca esegetica resterebbe incompleta, perdendo di vista la sua finalità principale, con il pericolo di essere ridotta ad una lettura puramente letteraria, nella quale il vero Autore, cioè Dio, non appare più.

L'esegeta cattolico - ha notato il Papa - non appartiene soltanto alla comunità scientifica, ma anche e soprattutto alla comunità dei credenti di tutti i tempi. Non si deve mai dimenticare - ha concluso - che i testi ispirati da Dio sono stati affidati in primo luogo alla Chiesa di Cristo per alimentare la fede e guidare la carità.

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