L’età di Gesù: è morto a 33 anni, o si tratta di un numero simbolico?
Ma è vero che Gesù Cristo è stato crocifisso a 33 anni, come si è soliti dire? O è una data convenzionale? Risponde don Stefano Tarocchi, docente di Sacra Scrittura alla facoltà teologica dell'Italia centrale.

Si dice sempre che Gesù fu crocifisso a 33 anni: questa età risulta dai Vangeli, oppure è una convenzione, magari nata da elementi simbolici?
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La crocifissione di Gesù fissata al trentatreesimo anno della sua vita ha generato da sé stessa tutta una serie di simbolismi. Ma è corretto partire in questa maniera, oppure occorre stabilire l’età di Gesù a partire dalla nascita e dalla morte, che nel suo caso è seguita dalla risurrezione?
Ora, è vero che i Vangeli non ci dicono niente sull’esatta data di nascita di Gesù: nonostante siano le fonti irrinunciabili su Gesù, non ci viene fornito né il giorno nell’anno. Sicuramente però la morte di Erode il Grande ha a che fare con questo evento. Erode muore nell’anno 4 a.C., secondo la maggioranza degli studiosi. Era quindi il suo trentasettesimo anno di regno, quando il sovrano muore a Gerico a settantasette anni. Appaiono meno probabili altre date (l’anno 1 a.C., o addirittura il 3 d.C.).
Ma qui interviene la vicenda del monaco scita Dionigi il Piccolo, che muore a Roma nel 526 d.C.: è questi a stabilire la nascita di Gesù il 25 dicembre dell’anno 753 dalla fondazione di Roma, probabilmente sbagliandolo per il 749 per un errore di calcolo.
L’anno 753 diventa così l’anno 1 dell’era cristiana, anche se correttamente dovremmo farlo diventare l’anno 3 a.C.: è noto, infatti, che l’anno 0 non è mai entrato in questo computo. Tenendo conto perciò delle vicende di Erode, possiamo determinare l’anno di nascita di Gesù nell’anno 6 o 7 a.C., in maniera che i fatti narrati da Matteo circa i Magi e la strage degli innocenti abbiano modo di inserirsi in questa narrazione.
Circa il 25 dicembre, la data tradizionale del Natale, questa ha a che fare con la festività del giorno della nascita del Sole Invitto, che veniva celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno cominciava ad aumentare dopo il solstizio d’inverno: la «rinascita» del sole. Il solstizio cade in realtà il 21 dicembre, ma solo qualche giorno dopo – appunto il 25 –, diventa avvertibile l’inversione apparente del moto del sole in cielo, dal solstizio d’inverno a quello d’estate.
Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l’imperatore Costantino ufficializzò il festeggiamento cristiano della natività di Gesù, che con un decreto fu fatta coincidere esattamente con la festività pagana della nascita del Sole Invitto.
Quanto all’anno della morte di Gesù, è necessario esaminare i dati in nostro possesso circa la Cena Pasquale. Secondo i Vangeli sinottici, Gesù avrebbe celebrato la Cena secondo il rito pasquale giudaico. Ma ciò è contraddetto dai dati di Giovanni, secondo i quali i Giudei hanno celebrato la cena pasquale la sera del venerdì, il giorno della preparazione della festa («era la parasceve della Pasqua»: Gv 19,14). Lo stesso Vangelo di Giovanni parla della Parasceve in maniera diretta: «era il giorno della parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via… Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù» (Gv 19,31.42). Anche Marco parla della «Parasceve, cioè la vigilia del sabato» al momento della sepoltura di Gesù (Mc 15,42). Giovanni parla ancora della parasceve indirettamente: «condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua» (Gv 18,28).
Quell’anno la Pasqua coincideva con il sabato: secondo il calendario ufficiale la parasceve (ossia la «preparazione»), era il 14 del mese di Nisan, l’ultimo giorno prima del plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
Ora, ci sono due anni che hanno queste caratteristiche: una Pasqua che ricorre di sabato, corrispondente agli elementi che abbiamo dai Vangeli. Una nell’anno 33, e l’altra nell’anno 30 dell’era cristiana.
La prima data ha fornito un appoggio per indicare gli anni della vita di Gesù secondo i presupposti della domanda del lettore, naturalmente supponendo che egli sia nato nell’anno 1.
Tuttavia, la seconda data è quella più probabile secondo la gran parte degli studiosi. È così che, collocando la nascita nell’anno 6 a.C. e la morte nel 30 d.C., la vita di Gesù si estende ad un arco più ampio (circa trentasei anni), anche per collocare meglio la sua missione pubblica dopo il battesimo di Giovanni.
Stefano Tarocchi
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Dionigi che determinava l'anno "Uno" non immaginava lontanamente che Erode il Grande fosse morto prima dell'anno "Uno", perchè Eusebio poneva la morte di Erode dopo la fine dell'anno 757 di Roma, cioè dopo la fine di febbraio (per inciso, oggi la data di morte di Erode il Grande è determinata con precisione, sette alle Idi di marzo 750 di Roma, nel calendario astronomico di Cassini, la notte tra il 13 e 14 marzo, 15 del mese embolismico del calendario ebraico, secondo giorno del Purim, stesso secondo giorno Purim della nascita di Gesù due anni prima e stesso secondo giorno Purim, notte 25-26 marzo 31 d.C. della morte del Battista), infatti Eusebio, che invece poneva la data di nascita di Gesù al 25 dicembre 752 di Roma per accontentare Costantino, tenendo conto che Erode aveva preso il potere subito dopo un anno sabbatico e con gli anni di regno di Erode, che Flavio Giuseppe gli assegnava, il regno finiva prima della nascita di Gesù, allora Eusebio sposta di un settennato la morte di Erode dal 750 di Roma alla fine del 757, dopo la fine di febbraio, non fine dicembre 4 d.C. come solitamente si interpreta.
Dionigi, quindi non sospetta di alcun errore, perchè riteneva corretta la data di Eusebio per la morte di Erode.
Ora tenendo conto che il Vangelo secondo Luca assegnava trent'anni al Battesimo di Gesù e che il Vangelo secondo Giovanni menzionava soltanto tre Pasque, Dionigi determina trentatrè anni interi e quindi l'anno "Uno".
Ha sbagliato Dionigi il Piccolo?
No, i due Vangeli!
Al tempo di Tiberio non si usava ancora la lista dei Consoli per fissare l'anno, ma un conteggio complesso riferito al pagamento dei tributi, quindi le nomine consolari andavano a piacimento, nel senso che chi si comportava bene durava di più, poi addirittura verso la fine del tempo di Tiberio alcune nomine sono saltate, sembrano quelle del 34, 36 e 37 d.C.
Di conseguenza i Consoli dell'anno di nascita di Gesù sono quelli del 3 a.C. dove il Vangelo secondo Luca pone la nascita di Gesù al censimento del primo aprile.
Ma anche il Vangelo secondo Giovanni dà 46 anni, alla Pasqua successiva al Battesimo di Gesù, dall'inizio della ricostruzione del Tempio ad opera di Erode il Grande, mentre sono 49 anni avanti il Battesimo, cioè la ricostruzione è iniziata dopo un anno sabbatico, come dopo un anno sabbatico era il Battesimo, ma determinando l'anno inizio ricostruzione con la lista dei Consoli bisognava toglierne tre anche alle Pasque della vita pubblica di Gesù, per far tornare i conti a chi correggeva.
Quindi non 30 + 3 = 33, ma 33 + 6 = 39 anni in totale per la vita di Gesù!
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