Museo d'arte sacra di Asciano
A fianco della collegiata di S. Agata, già dal 1040 dichiarata chiesa plebana, troviamo l'oratorio della Compagnia di Santa Croce, che nel 1952 divenne sede del locale Museo di arte sacra. L'interno ad aula presenta un'apparato decorativo tutto incentrato sul tema della Passione di Cristo, con lunette affrescate da Francesco Nasini nel 1660, mentre il complesso impianto dell'altare maggiore venne realizzato pochi anni più tardi da Deifebo Burbarini e Bernardino Mei che eseguirono rispettivamente le due piccole tele ai lati dell'altare con il Compianto sul Cristo morto e una Resurrezione, e la pala con il Crocifisso, la Madonna e i santi Francesco e Agata, spostata agli inizi dell'Ottocento nella Confraternita del Sacro Chiodo (oggi sede della Misericordia) e sostituita con una Deposizione di bottega manettiana.
Attualmente l'oratorio ha funzione più di deposito, che di Museo. Comunque in attesa che venga completato il nuovo allestimento ormai imminente nella sede più idonea e prestigiosa di palazzo Corboli è possibile vedere, anche se un in maniera po' confusa, dipinti su tavola e sculture importantissime per lo studio dell'arte senese del Trecento e del Quattrocento, provenienti sia dalla vicina collegiata che dalle chiese principali di Asciano e del territorio circostante. Nell'aula dell'oratorio, fra i pochissimi arredi rimasti, troviamo un badalone datato 1532 che faceva parte del grande coro intagliato della collegiata, una croce astile in ottone dorato e smalti (primi del XV sec.) ed il ciborio ligneo di Fra Raffaello da Reggio, provenienti dalla Badia a Rofeno, uno dei tanti complessi monastici fondati nel X-XI secolo che tutt'oggi conserva, nella struttura della chiesa, le nitide architetture cistercensi.Vari dipinti trovano collocazione alle pareti: una Madonna col Bambino attribuita al grande caposcuola della pittura senese Duccio di Buoninsegna; una tavola raffigurante la Madonna col Bambino di Segna di Bonaventura; l'Adorazione dei Pastori tra i santi Agostino e Galgano, probabilmente commissionata dagli Agostiniani a imitazione della pala di Bartolomeo Bulgarini (nel Duomo di Siena) a Pietro di Giovanni d'Ambrogio, artista di grande inventiva e genio narrativo.
Al secondo decennio del Trecento spetta la tavola della Madonna col Bambino e donatore già attribuita al Barna, ma che la critica recente riferisce ad un membro della famiglia Memmi. Straordinaria è la grande pala della Natività della Vergine del Maestro dell'Osservanza (già attribuita al Sassetta) uno dei più eminenti artisti senesi del secondo quarto del XV secolo. L'opera è composta da una grande scena tripartita, sormontata da tre tavole con, in quelle laterali, la Morte e il Funerale della Vergine, e in quella centrale la Madonna dell'Umiltà circondata da quattro angeli. L'atmosfera è familiare: Sant'Anna, distesa sul letto, è assistita da una fanciulla, mentre una giovane, seduta vicino al focolare, tiene teneramente fra le braccia la Vergine; altre donne partecipano all'evento e tutte sono elegantemente vestite con abiti dai colori puri e riccamente decorati o profilati d'oro. Lo spazio dove si svolge la scena è descritto accuratamente con le complesse vedute attraverso porte aperte su una stanza e su un cortile, recintato da un muro, con un pozzo ed un albero. Alcuni studiosi hanno ravvisato che come nella Nascita della Vergine di Pietro Lorenzetti nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena, la pala del Maestro dell'Osservanza fosse affiancata da due pannelli laterali raffiguranti Santi a figura intera, ipotesi avvalorata dalla presenza di fori lungo i bordi laterali della tavola.
Fra le altre opere del XV secolo un San Sebastiano del Primo Maestro di Lecceto; un polittico realizzato a più mani da Taddeo, Andrea di Bartolo e Paolo di Giovanni Fei e le due sculture lignee della Vergine annunciata e dell'Angelo annunziante eseguite da Francesco di Valdambrino nei primi decenni del Quattrocento.
Di Matteo di Giovanni, artista fecondo superato nella produzione solo da Sano di Pietro e dalla sua bottega, sono il trittico con la Madonna in trono col Bambino e santi, Dio Padre e l'Annunciazione e la predella con Storie di Santa Caterina d'Alessandria, provenienti da S. Agostino. La predella faceva parte di una pala collocata nella cappella fatta erigere nella controfacciata della chiesa da Giacomo Scotti, importante mercante senese. Ancora da S. Agostino, e più precisamente dal pulpito, proviene il bellissimo e suggestivo Crocifisso ligneo policromato che un recente restauro ha restituito al genio e alla sensibilità di Giovanni Pisano.
La grande pala, dalla Badia di Rofeno, con San Michele arcangelo che uccide il drago, santi e, nella cuspide centrale, la Madonna col Bambino, opera magistrale di Ambrogio Lorenzetti, è attualmente sottoposta ad un delicato intervento di restauro, ma sarà comunque pronta per il nuovo allestimento di Palazzo Corboli.
Infine, testimonianza della predicazione di San Bernardino ad Asciano è la piccola tavola con il Nomen Christi, proveniente dall'oratorio dedicato al Santo edificato sulla salita che porta alla chiesa di S. Francesco.
R.T.
© TOSCANAoggi 2000
INDIRIZZO: piazza della Basilica - Asciano
ORARIO: martedì, giovedì e sabato 10-12, altri giorni su richiesta all'Ufficio Turistico. In riallestimento in altra sede
INGRESSO: gratuito
INFORMAZIONI: tel. 0577/719511 (Ufficio Turistico)
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