Toscana

Toscana stampa

«Si parla più di violenza che di problemi», lamenta il segretario regionale della Cisl toscana, Gianni Salvadori. Così facendo il Social forum «rischia di diventare perdente già in partenza». È l'ordine pubblico, infatti, il tema su cui si è concentrato il dibattito e trascinata la polemica politica tra i governi locali di centrosinistra (Comune di Firenze e Regione Toscana) e il governo nazionale di centrodestra. Anche dopo l'intervento di martedì alla Camera del ministro dell'interno Giuseppe Pisanu, i poli sono rimasti divisi.

Si muore sul lavoro, si muore andando al lavoro. Lo scorso anno 111 persone sono uscite da casa per andare a lavorare e non sono più tornate. Oltre la metà (il 51%) degli infortuni mortali del 2001 si è verificato a causa di incidenti stradali. Il 26% è avvenuto nel tragitto da e verso il luogo di lavoro, mentre il 25% è accaduto durante il trasporto di merci o persone. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto redatto dall'Inail e dalla Regione sull'andamento degli infortuni sul lavoro in Toscana.
DI ENNIO CICALI

Una Firenze in attesa del «social forum» si è trasformata per due giorni in capitale europea delle politiche sociali ospitando un convegno internazionale su «Luoghi e voci della povertà». Studiosi, politici e operatori del volontariato si sono confrontati per individuare forme di lotta contro un fenomeno preoccupante e privo di frontiere. In Toscana la povertà continua ad essere caratteristica, oltre che delle periferie urbane (che non sono particolarmente estese e degradate), delle aree escluse dallo sviluppo. E mercoledì scorso a Pisa è stato presentato il dossier Caritas sull'immigrazione in Toscana dal quale risulta un aumento degli stranieri regolari che soggiornano nella nostra regione da almeno cinque anni.

Per due giorni una Firenze in attesa del Social Forum diventa capitale europea delle politiche sociali ospitando (giovedì 24 e venerdì 25 ottobre) un convegno internazionale su «Luoghi e voci delle povertà» organizzato dalla Regione Toscana. Studiosi, politici e operatori del volontariato, ma anche persone che l'emarginazione la vivono sulla propria pelle (come suor Irene Devos della comunità francese di Magdala), a confronto per individuare forme di lotta contro un fenomeno preoccupante e privo di frontiere.

Diciottomila poco più, gli infermieri professionali in Toscana, poco meno della metà del personale dell'intero comparto sanitario (39 mila 952 addetti al 1 giugno 2001), la punta avanzata del servizio sanitario pubblico. Una vita difficile la loro, stretti tra due fuochi. Da una parte le giuste esigenze di chi è costretto a ricorrere al servizio sanitario, dall'altra un sistema che, nonostante le ripetute assicurazioni dei responsabili, non sempre riesce a soddisfare le attese della gente. Un mestiere difficile, non se lo nasconde nessuno. Per un servizio che ha la persona al centro dell'assistenza servono preparazione e particolari doti umane. E sono pochi i giovani disponibili a questo lavoro.
DI ENNIO CICALI