Toscana

118, il volontariato ribadisce: nostra presenza in centrali ė una risorsa

La delibera, nata per omogeneizzare l’assetto della rete delle postazioni di emergenza territoriale, prevede che all’interno delle sale operative possano essere impiegati i volontari. Secondo il sindacato, per snellire i costi e per garantire professionalità ai cittadini, sarebbe invece necessario affidare le centrali del 118 a personale pubblico e agli infermieri come riportato in articoli apparsi sulla stampa locale. Ecco la posizione di Anpas, Misericordie e CRI:

«In merito ai temi della sicurezza e della professionalità, visto che negli articoli si parlava della necessità di dare in gestione il 118 a “professionisti sanitari adeguatamente formati”, innanzitutto è necessario distinguere tra volontari delle tre sigle che ogni giorno sui mezzi di soccorso e ordinari contribuiscono all’eccellenza del sistema di trasporto sanitario toscano e quei volontari che invece, attraverso lunghi e specifici percorsi di formazione vengono avviati al compito di Operatore Tecnico di Centrale Operativa, previsto in moltissime realtà grazie alle sinergie tra Azienda Sanitaria, Regione Toscana e Volontariato locale.

Queste figure, dipendenti di strutture organizzate, hanno contribuito in modo determinante all’attivazione delle prime Centrali 118 (Pisa, Pistoia, Versilia ne sono esempi tangibili); tutt’oggi, dove presenti, le Centrali di riferimento ottengono e registrano ottimi risultati in efficienza, efficacia, appropriatezza (dati Regione Toscana monitoraggio attività CCOO 118). Un risultato ottenuto attraverso la conoscenza capillare del territorio, delle peculiarità organizzative proprie del mondo del Volontariato da cui provengono, delle tecniche e dei processi tecnici, tecnologici, informatici a tal punto da costituire in molte occasioni punti di riferimento per le Direzioni 118. Inoltre, l’organizzazione delle Centrali Operative 118 in Toscana prevede la compresenza di due postazioni: una per il triage e la determinazione del codice-colore, attraverso il sistema “Dispatch”, affidata a personale in possesso di laurea in Scienze infermieristiche; una per la movimentazione dei mezzi, che per funzionalità e conoscenza diretta del territorio e delle Associazioni impegnate nel servizio, possono essere affidate a operatori delle stesse Associazioni di Volontariato, come specificatamente indicato dalle Linee Guida nazionali (AGENAS e SIS 118). Non vi è quindi né sovrapposizione né tantomeno concorrenza fra le due figure: il quadro normativo vigente configura l’assoluta legittimità di quanto disegnato dalla delibera 544/2014. Per quanto riguarda la centrale Esculapio di Firenze, gestita da volontari e che nelle dichiarazioni del sindacato confederale era presa ad esempio a dimostrazione della maggiorazione dei costi in caso di impiego di volontari, occorre specificare che nell’area fiorentina, considerando la mole di attività di gran lunga superiore a buona parte del territorio toscano, fu a suo tempo necessario individuare una centrale di II livello per la gestione del trasporto sanitario ordinario (art 17 ex accordo quadro regionale). E occorre precisare inoltre, che nella centrale sono in servizio 8 operatori (6 turnisti e 2 giornalieri) e non 17 come riportato nelle dichiarazioni del Sindacato. In conclusione occorre, tuttavia, porsi una domanda: qual è l’ obiettivo di un attacco diretto, di tale durezza, contro il Volontariato, il cui ruolo e la cui presenza sono universalmente riconosciuti sia dal sistema istituzionale pubblico sia dalla popolazione? Questa domanda si fonda sulla recente LR70/2010 che esprime il principio fondante del servizio di trasporto sanitario, in cui le Associazioni di Volontariato sono considerate “parte integrante”. Le norme di legge possono legittimamente essere modificate. Si può quindi ipotizzare da parte della Regione la avocazione a sé della gestione dell’intero sistema di emergenza, a partire dalle Centrali Operative 118, ma questa ipotesi comporta conseguenze di gravissima incidenza sia sulla qualità e diffusione dei presidi sia ancora di più sui costi per l’erario pubblico. Infine, un’osservazione anche sull’attore principale di questa querelle: il Sindacato Confederale. La storia delle OO.SS. nel nostro Paese ci ha insegnato che la difesa del lavoro o si realizza complessivamente fra “tutti” i lavoratori o assume derive corporative».