Toscana

50 ANNI FA LA STRAGE DI RIBOLLA, LA MARCINELLE ITALIANA

Sono passati 50 anni dalla più grande tragedia mineraria italiana del dopoguerra. Accadde a Ribolla, il 4 maggio di 50 anni fa quando 43 minatori persero la vita nell’esplosione del grisou della miniera. Un episodio poco noto, persino dimenticato e che adesso eventi, mostre, libri e visite guidate vogliono riportare alla memoria. Ribolla è un piccolo centro minerario della pianura maremmana, quasi sperduto tra le colline. L’esplosione di grisou avvenne nel Pozzo Camorra, 260 metri sotto il livello del mare.

Dopo la tragedia e dopo il processo che ne nacque, la stessa comunità di Ribolla ha voluto cancellare la memoria del proprio passato: per dimenticare il dolore, ha scordato ciò che è stata, negando quasi di essere mai stata una collettività nata dal lavoro e dalla volontà di una società, la Montecatini, che le ha dato la vita. Le manifestazioni che prendono il via dopodomani hanno l’ambizione di riallacciare il filo di una memoria interrotta, di riconsegnare ad una comunità il proprio passato.

Di Ribolla parlò Luciano Bianciardi con Carlo Cassola nei Minatori della Maremma, raccontando di quel “grappolo di casupole e camerette sparsi in disordine”, niente altro che case, cinema e chiesa, tutti costruiti dalla Montecatini per i suoi operai. Come pure per il Vajont, la tragedia di 50 anni fa era qualcosa di atteso. Già il 1 maggio del ’54 i minatori non scesero per i troppi gas accumulati. Ma l’azienda non ne volle sapere e li costrinse ad andare giù dove alle 8,20 di mattina cedettero con l’esplosione le impalcature che reggevano i cunicoli. Per quei morti a Verona nel ’58 si aprì un processo ai dirigenti della miniera: la Montecatini ottenne, pagando i risarcimenti, che le parti civili si ritirassero dal processo e anche molti testimoni, che erano tornati a lavorare sotto terra, non infierirono. Il risultato fu un’assoluzione piena e nel ’59 la Montecatini licenziò tutti, padrona di Ribolla che aveva costruito e che ora distruggeva, simbolo dei villaggi/fabbrica costruiti tra l’800 e il ‘900 in Italia e in Europa. Un dramma nel dramma che divise il paese negli anni a venire.

Ora la Montecatini non esiste più e sembra essere finalmente giunto il tempo della ricostruzione della memoria. Il 4 maggio cominceranno le celebrazioni alla presenza del Presidente della Regione Toscana, Claudio MartiniLio ScheggiLeonardo Marras. Lo stesso giorno verrà inaugurato il Cubo nero, un parallelepipedo costruito nel centro del paese che sarà il segno del dolore, della miniera che non c’è più. All’interno del cubo, progetto dell’architetto Daniele Cariani, immagini della tragedia e dei funerali si alternano a visioni di paesaggio. Il cubo sarà collocato nella piazza di Ribolla, a metà di un percorso simbolico, scandito da ‘Ribolla è un villaggio sperduto in una breve pianura ondulata’, le parole di Bianciardi stampate a grandi lettere rosse sull’asfalto che unisce il teatro, luogo della socializzazione e della rappresentazione, e il monumento ai minatori, luogo della quotidiana memoria cittadina.

Ribolla 2004 prevede una mostra fotografica, la pubblicazioni di 4 libri sul tema della miniera e della storia di Ribolla, visite guidate nei luoghi della memoria, progetti didattici con le scuole, convegni di studi, concerti musicali e produzioni teatrali: tutto contribuirà a ritrovare la memoria di una storia interrotta. (Alessandra Magliaro – ANSA)

Il sito sull’anniversario di Ribolla