Toscana

A MASSA CARRARA MORTALITA’ PIU’ ELEVATA MEDIA TOSCANA; INDAGINE CNR SU SITI INDUSTRIALI AD ALTO RISCHIO

Nell’area di Massa e Carrara, nel decennio successivo alla chiusura degli impianti Anic-agricoltura e Farmoplant, la mortalità generale e per numerose cause specifiche rimane più elevata rispetto al dato regionale. In aumento i tumori del fegato e del sangue. Lo rileva un’indagine epidemiologica sui siti industriali ad alto rischio, relativa al periodo 1995-2000, condotta dall’unità di epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, in collaborazione con l’Osservatorio di epidemiologia della Agenzia di Sanità della Toscana e pubblicata in questi giorni sulla rivista Epidemiologia & prevenzione.

Nel periodo preso in esame, la popolazione residente nei comuni di Massa e Carrara è in media di circa 134.000 abitanti di cui 64.000 maschi: i decessi sono stati 2.281 a Carrara e 2.268 a Massa e quelli avvenuti a causa dei tumori sono 841 a Carrara e 781 a Massa. Più delle cifre assolute, si spiega, sono però significative le percentuali: rispetto ai decessi medi regionali, l’eccesso di mortalità maschile nell’area è di circa il 10%.

In dettaglio, si rilevano indici di maggior mortalità maschile, rispetto alla media toscana, molto più ampi: per i tumori al fegato maggiori del 53% a Carrara e del 69% a Massa; per i tumori della laringe del 64% a Carrara e del 52% a Massa, per il tumore della pleura a Carrara del 131%. Tra le cause non tumorali nei maschi si va dal 60-67% di maggiore mortalità per malattie dell’apparato digerente a Massa e Carrara, soprattutto dovute a cirrosi epatica, mentre le malattie dell’apparato respiratorio sono risultate in eccesso dell’11% a Carrara e del 42% a Massa.

Nelle femmine ha acquistato significatività statistica l’eccesso per il tumore al fegato (59% in più rispetto alla media regionale registrato a Massa, non significativo a Carrara). Tra le cause non tumorali femminili è confermato l’eccesso statisticamente significativo sull’intera area in particolare per la cirrosi epatica (22% in più a Carrara e 97% in più a Massa).

Lo studio, si spiega ancora, conferma uno stato di salute critico in un’area con siti industriali ad alto rischio dove sono documentate esposizioni occupazionali e ambientali. Rispetto ad un’indagine precedente condotta dall’Organizzazione mondiale della Sanità sul periodo 1990-94, vi è una diminuzione statisticamente significativa dei decessi per tutte le cause e per numerose cause specifiche, ma vi sono aumenti significativi per i tumori del fegato in entrambi i sessi e del sangue soprattutto nelle femmine.

“Come lo studio precedente – osserva Fabrizio Bianchi, ricercatore dell’Ifc-Cnr di Pisa e coordinatore della ricerca – l’indagine recente continua a registrare eccessi di mortalità prevalentemente nei maschi, indicativi soprattutto di esposizioni lavorative, mentre alcune cause risultate in eccesso anche nelle femmine sono indicative di possibili esposizioni ambientali, senza escludere il ruolo di fattori socio-economici e di stili di vita”.

“Questo studio – afferma Fabrizio Minichilli, ricercatore dell’Ifc-Cnr e primo autore dell’articolo scientifico – rafforza l’ipotesi di un legame tra esposizioni occupazionali e alcune cause di morte, anche se non si può escludere un contributo di esposizioni di tipo ambientale. Per la cirrosi epatica sembra ipotizzabile un legame con gli stili di vita e i fattori socio-economici. Tutti i dati confermano l’effetto negativo sulla salute umana di esposizioni occupazionali e ambientali in popolazioni residenti in aree con impianti industriali ad alto rischio”.(ANSA).