Toscana

ABORTO, RU486; STORACE: MODIFICHERO’ DECRETO DEL ’97; CARRARESI (UDC): DECISIONE SACROSANTA

Per limitare l’acquisto all’estero della pillola abortiva il ministro della salute Francesco Storace modificherà il decreto del 1997. “Domani modificherò il decreto del ’97 che regola l’acquisto all’estero dei farmaci non registrati in Italia perché si sta cercando di aggirare le norme. Ne è esempio la Toscana per la pillola abortiva. Saranno poste condizioni più stringenti”.

“All’atto del nulla osta – ha detto Storace durante una conferenza stampa a margine della tappa toscana della consulta nazionale della salute di An – gli uffici chiederanno le motivazioni cliniche ed epidemiologiche a tutela della salute delle donne perché c’é chi sta scherzando con la loro salute. Deve esserci una necessità, un bisogno oggettivo, non può essere una materia politica. Solo in Toscana c’é questo bisogno”. E parlando del ‘caso Toscana’ il ministro ha detto: “Dal 1997 al 31 dicembre 2004 ci sono state, in media, diecimila confezioni di farmaci arrivate in Italia, ma mai una confezione di pillola abortiva. Si è scatenato tutto nel 2005: per la RU486 il 90% delle procedure di acquisto è venuto dalla Toscana, e il 55% dallo stesso medico (Massimo Srebot, ASL5 di Pisa, ndr). La Toscana è la regina dell’incentivo all’aborto”.

“Decisione sacrosanta”. Così il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Marco Carraresi, ha definito l’annuncio del ministro della Salute, Francesco Storace, di modificare il decreto del 1997 che regola l’acquisto all’ estero di farmaci non commercializzati in Italia. “Non c’é alcun dubbio – ha aggiunto – che nella nostra regione la questione della pillola abortiva non sia medico-scientifica, ma venga usata per obiettivi politico ideologici, tesi a favorire l’aborto. Noi, come il ministro, al primo posto mettiamo la vita del nascituro e la tutela della salute fisica e psichica della donna”. Carraresi sottolinea che “é grave e significativo che su una pagina di un periodico sanitario predisposta dall’assessorato regionale alla salute si pubblichi anche un parere contrario alla Ru486 motivato però solo da ragioni legate alla privacy e finanziarie, senza neppure una parola sui gravi rischi per la salute della donna”.(ANSA)