Toscana

AFGHANISTAN: MONS. PELVI (ORDINARIO MILITARE) CELEBRA PER I MILITARI IN PARTENZA

“Le missioni di pace ci aiutano a valutare da protagonisti il fenomeno della globalizzazione, da non intendere solo come processo socio-economico ma criterio etico di relazionalità, comunione e condivisione tra popoli e persone. Procedendo con ragionevolezza e guidati dalla carità e dalla verità, il mondo militare contribuisce a edificare una cultura di solidarietà e di responsabilità globale, che ha la radice nella legge naturale e trova il suo ultimo fondamento nell’unità del genere umano”. Lo ha affermato mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, che questa mattina ad Avellino ha celebrato una messa per i circa 800 militari del 232° Reggimento Trasmissioni che nei prossimi giorni, a scaglioni di 200 unità, partiranno per l’Afghanistan. A ciascuno di loro il presule ha fatto dono di una corona del Rosario e di un Vangelo. Il Reggimento svolgerà il delicato servizio di coordinare e gestire le operazioni nella zona di Herat e Kabul. “La pace, la democrazia e l’amicizia dei popoli – ha detto mons. Pelvi – sono valori fondamentali per la nostra comune umanità e per la cultura del popolo italiano: una convinzione questa che qualifica e fa condividere largamente nell’opinione pubblica le missioni di sicurezza in vista di una cooperazione serena fra tutte le componenti della famiglia umana”.“Se uno Stato non è in grado di proteggere la propria popolazione da violazioni gravi e continue dei diritti umani, come pure dalle conseguenze delle crisi umanitarie, provocate sia dalla natura sia dall’uomo, la comunità internazionale è chiamata a intervenire, esplorando ogni possibile via diplomatica e prestando attenzione e incoraggiamento anche ai più flebili segni di democrazia o di desiderio di riconciliazione. La legge dell’amore che supera ogni legge umana – ha concluso mons. Pelvi – è affidata a noi, uomini e donne, con mani che sanno esprimere solidarietà e compassione come segno di fede e di speranza, lasciandosi ferire il cuore dai poveri e da tutti quelli che soffrono”.Sir