Toscana

AFGHANISTAN, UNA E-MAIL PER CLEMENTINA LIBERA, CAMPAGNA DELLE ONG ITALIANE

Quattro parole, “Clementina deve tornare libera”, inserite in un messaggio di posta elettronica da inviare all’indirizzo perclementina@virgilio.it: è questo il semplice gesto con cui l’Associazione delle Organizzazioni non governative (Ong)italiane – in collaborazione con Repubblica.it, Avvenire, Misna e Radio Vaticana – invita tutti a tenere viva l’attenzione sulla sorte di Clementina Cantoni, l’operatrice umanitaria italiana rapita in Afghanistan lo scorso 16 maggio. “Clementina deve tornare libera: scriviamolo per ricordarle e farle sentire che non è sola, che siamo in tanti a gridarlo con forza e trepidazione perché sia presto restituita alla sua vita, al suo lavoro, alle donne di Kabul”, afferma il presidente dell’associazione Ong italiane Sergio Marelli. L’associazione si impegna a “dare voce ogni giorno ai messaggi più significativi, che saranno pubblicati sui siti che collaborano insieme al continuo aggiornamento sul numero di messaggi pervenuti”.

“Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo rassegnarci – sottolinea Marelli – al numero impressionante delle vittime, dei feriti, dei rapiti in Afghanistan, in Iraq e negli altri Paesi a cui la quotidianità delle notizie ci hanno abituati. Sono individui, persone con un nome, una storia, spesso un impegno totale ‘in carne ed ossa’ per la pace e per la giustizia. Come Clementina Cantoni. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo lasciar sola una madre ad urlare il suo dolore e la sua angoscia, perché la sua deve essere anche la nostra angoscia. Quella che si prova per la sorte una figlia, di una sorella e di una donna che ha liberamente deciso di spendersi con passione al fianco di donne e bambini stremati da anni di guerra e violenze, e che oggi si vede negata questa libertà”.

“Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo far mancare – prosegue Marelli – il nostro messaggio di solidarietà ai tanti volontari all’opera in tutto il mondo, per ricordare loro che ci siamo e che ci impegniamo a fare ancora di più e ancora meglio la nostra parte per costruire Pace e Giustizia. Con le nostre braccia, le nostre idee e i nostri progetti, e con la nostra voce, perché anche questo conta per loro e sollecita le nostre istituzioni a non risparmiarsi. Che sia la voce forte, alta, continua di tutti coloro che ripudiano la violenza, condannano il terrorismo e aborriscono ogni violazione dei diritti delle persone”. Misna