Toscana

AFGHANO CONDANNATO A MORTE; AMNESTY INTERNATIONAL: URGENTE UNA RIFORMA GIUDIZIARIA

“Impegnarsi urgentemente a intraprendere una riforma giudiziaria e a rispettare gli standard internazionali”. E’ la richiesta di Amnesty international alle autorità afgane per il caso di Abdul Rahman, 41 anni, che rischia l’esecuzione per la sua conversione dall’islam al cristianesimo.

Amnesty ricorda che “in quanto Stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici, il governo di Kabul è vincolato al rispetto dell’articolo 18 che prevede che ‘ogni persona dovrà avere il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione’ e che ‘tale diritto dovrà comprendere la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di propria scelta’”. Amnesty international ritiene che, “affinché si possa ‘servire la giustizia nel miglior modo possibile’ (come richiesto dall’articolo 130 della Costituzione afgana), le autorità debbano assicurare che gli standard internazionali di giustizia, comprese le norme sui diritti umani, abbiano un rilievo di primo piano”.

Se Abdul Rahman è stato incriminato “solo sulla base del suo credo religioso”, Amnesty international lo considererà “prigioniero di coscienza e chiederà il suo immediato e incondizionato rilascio”: “Le accuse nei suoi confronti dovranno essere ritirate e gli dovrà essere fornita protezione nei confronti di eventuali rappresaglie provenienti dalla sua comunità di appartenenza”. La pena di morte “è una punizione estrema, crudele, inumana e degradante”, cui Amnesty international si oppone “incondizionatamente in tutti i casi”. Sir