Toscana

ALGERIA: DIECI ANNI FA LA MORTE DEI SETTE MONACI DI TIBHIRINE

Dieci anni fa, esattamente il 23 maggio del 1996, un comunicato del Gia (Gruppo islamico armato) algerino annunciava che il 21 maggio di mattina, aveva assassinato i sette monaci del monastero di Tibhirine. Per onorare l’anniversario di questo martirio, la Chiesa di Algeria ha rilanciato in questi giorni la richiesta di aprire il processo diocesano per la causa della loro beatificazione. La notizia è stata annunciata anche dalla Conferenza episcopale francese mentre il quotidiano cattolico La Croix – ricostruendo lo stato del processo – fa sapere che l’arcivescovo di Algeri, mons. Henri Teissier aveva già chiesto un anno fa il nulla osta a Roma, presso la Congregazione della causa dei santi, la quale però deve a sua volta verificare presso la Segreteria di Stato che non esistano impedimenti di ordine diplomatico alla apertura del processo. Una procedura che vista la delicatezza della questione, richiede tempo.

In realtà, la causa dei sette monaci di Tibhirine è unita a quella di altri 12 “martiri della Chiesa di Algeria”, religiosi e religiose morti tra il 1994 e il 1996, per i quali la Chiesa di Algeria è intenzionata a procedere in un unico processo di beatificazione. Questi religiosi – spiega l’arcivescovo mons. Henri Teissier – sono “morti in fedeltà ad una missione ricevuta dalla Chiesa e in fedeltà ad una relazione evangelica di prossimità con il popolo algerino”. Aspettando il nulla osta da Roma, è già cominciato in Algeria il lavoro di raccolta delle testimonianze e degli scritti necessari per il dossier sulla beatificazione di questi religiosi. Mons. Teissier avrebbe anche già nominato un postulatore, fr. Giovanni Bigotto, religioso marista, il quale sta per pubblicare un libretto intitolato “Sangue dell’amore” nel quale presenta questi 19 mariti e le loro congregazioni. Erano uomini e donne “appassionati della loro Chiesa – si legge – di cui erano servitori zelanti e instancabili” e “appassionati anche dell’Algeria e del suo popolo con il quale avevano intessuto rapporti di amicizia”. Sir