Toscana

AMBIENTE, LA TOSCANA PUNTA AD AMPLIARE IL MERCATO DELLE EMISSIONI

La Toscana punta decisa ad allargare il mercato comunitario delle emissioni di CO2 a partire dal 1 gennaio 2008. E’ questo l’obiettivo dell’iniziativa pilota, illustrata stamattina all’Ibimet durante la conferenza stampa di presentazione della 4a edizione del meeting di S. Rossore. Il progetto prevede la creazione di un network di regioni, enti locali e piccole e medie imprese europee capaci di consorziarsi per ridurre le quantità di CO2 emesse nell’atmosfera ben al di là dei limiti imposti dal Protocollo di Kyoto e vendere i crediti che ne derivano sul ‘mercato delle emissioni’. La Toscana cercherà di coinvolgere anche regioni extra europee in modo da costituire una rete internazionale.

Il meccanismo del ‘mercato delle emissioni’, introdotto in Europa da una direttiva UE nell’ottobre 2003, prevede che le imprese (che operano nei settori della produzione di energia, dei minerali non metalliferi, come cemento, vetro, ceramica, della produzione e trasformazione di prodotti metalliferi e della produzione della carta) che siano in grado di ridurre le emissioni di anidride carbonica ben al di sotto di quelli che sono gli obiettivi stabiliti dal Protocollo (per l’Italia l’obiettivo di riduzione entro il 2012 è del 6,5 %) acquisiscano un ‘credito’, in termini di emissioni appunto. ‘Credito’ che possono rivendere ad altri paesi non capaci di centrare gli obiettivi assegnati entro la data stabilita.

Il mercato, a livello mondiale, nei primi 5 mesi del 2004 ha registrato una spesa di 260 milioni di dollari per l’acquisto di 64 milioni di tonnellate di emissioni. Per ora gli ‘scambi’ riguardano soltanto le emissioni di CO2 ma presto saranno compresi altri gas inquinanti ed altri settori produttivi. Secondo le quotazioni attuali una tonnellata di CO2 costa oltre 6 dollari ma entro 5 anni il prezzo salirà fino a 35-40 dollari.

“Si crea un mercato – ha dichiarato il presidente Claudio Martini – per premiare i paesi ‘virtuosi’ con lo scopo di attenuare le sanzioni previste per quelli ‘viziosi’, che non riescono cioè a raggiungere gli obiettivi di riduzione. Per ora il provvedimento è limitato alle grandi imprese ma a partire dal 2008 la direttiva UE consentirà l’ingresso nel mercato anche di altri settori responsabili dell’emissione di gas serra sebbene già da ora i governi regionali possono sviluppare politiche efficaci di riduzione anche in settori non previsti dalla direttiva. E’ questo lo scopo della nostra iniziativa pilota: ottenere un beneficio ambientale, sommare il beneficio economico derivante dall’adozione di sistemi produttivi più efficienti e vendere sul mercato i ‘crediti’ di CO2, una volta certificati. La strada imboccata dal Governo italiano – ha concluso Martini – va invece nella direzione opposta perchè considera questo mercato più come una scappatoia per evitare di investire in sistemi più efficienti e comprare i crediti di altri paesi, e quindi continuare ad inquinare, piuttosto che come un incentivo a produrre minori quantità di CO2. Vogliamo crescere in un’economia pulita, vogliamo continuare a puntare su un progresso che sia capace di rispettare l’ambiente”.

La Toscana per raggiungere l’obiettivo stabilito dal protocollo di Kyoto entro il 2012 deve diminuire di circa 4,5 milioni di tonnellate le emissioni attuali di CO2 che ammontano a 38,7 milioni di tonnellate. “Lo faremo con il nostro progetto pilota – ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci – attraverso azioni dirette sul territorio: la riconversione del parco termoelettrico a ciclo combinato a gas, lo sviluppo delle energie rinnovabili, la promozione dell’efficienza negli usi energetici, la riduzione ed eliminazione del conferimento dei rifiuti in discarica, gli interventi su traffico e sulla mobilità e sui processi di combustione a livello industriale. Un insieme di azioni che ci consentiranno di anticipare il raggiungimento dell’obiettivo dei 4,5 milioni di tonnellate entro il 2012. In pratica si prevede che il progetto consenta una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 1,5 milioni di tonnellate, per un valore sul mercato di quasi 10 milioni di euro. Risorse che potranno essere impegnate per sostenere l’innovazione tecnologica nell’industria e nei servizi e per finanziare progetti di cooperazione internazionale per incentivare la riduzione dei gas serra”.Sono infatti proprio i gas serra i protagonisti principali del cambiamento climatico in atto e contro i quali la Toscana ha deciso di correre ai ripari.

“Il mutamento del clima – ha chiarito durante il suo intervento Giampiero Maracchi, direttore dell’Ibimet – porta a fenomeni di carattere estremo come alluvioni, frane, piogge eccezionali. Facciamo un esempio, l’alluvione che ha colpito Carrara nel settembre dell’anno scorso: in 2 ore sono caduti 400 mm di pioggia, quasi la metà di quello che cade dal cielo in anno nella cittadina apuana. Ma ci sono altri dati storici che confermano questo cambiamento in atto. Il numero di eventi alluvionali nella nostra regione è passato da circa 5 di media, tra il 1925 e il 1990, a 20 nel 1995. Sono cambiate anche provenienza e intensità dei tipi di vento, viene anticipata sia la data delle fioriture che dei raccolti, è aumentata in maniera sostanziale la siccità estiva, prevalentemente in Mugello, in Maremma e sulla costa. E tutto – ha concluso Maracchi – si ripercuote sulla salute. Gli sbalzi climatici influiscono negativamente, specie sulle persone anziane: l’estate scorsa c’è stato un 60% in più di ricoveri ospedalieri. Credo ci dovremo abituare a tutto questo”. (cs-ft)