Toscana

AUMENTA FAME NEL MONDO: BECCEGATO (CARITAS), «CRISI FINANZIARIA NON DIVENTI ALIBI»

L’aumento di altri 40 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, quasi a sfiorare il miliardo, “è lo scandalo del nuovo millennio. Ora è chiaro che non sarà più possibile dimezzare la cifra entro il 2015. E dispiace se la crisi finanziaria globale diventa un alibi per non raggiungere il risultato. Questo non è accettabile. Oltretutto il numero dei poveri assoluti rischia di raddoppiare nel prossimo anno se non si prendono iniziative concrete”. A parlare è Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas italiana, commentando – in una intervista su www.agensir.it -, le stime preliminari del rapporto della Fao, che denuncia la presenza di 963 milioni di persone sottonutrite nel mondo, in aumento rispetto ai 923 milioni del 2007, soprattutto a causa dell’impennata dei prezzi delle materie prime agricole. Secondo Beccegato “è un dato inquietante che rattrista, rammarica e preoccupa molto, anche per gli sviluppi futuri dovuti alla crisi finanziaria ed economica globale. Al fenomeno dei prezzi molto alti del cibo purtroppo si somma l’effetto della recessione globale. Se non si prendono iniziative decise le prospettive per il futuro rischiano di essere ancora più nere”. Se anche i prezzi delle materie prime dovessero diminuire, osserva Beccegato, “con gli effetti della recessione (disoccupazione, riduzione di reddito, deflazione) potrebbero crearsi ulteriori scenari negativi. Tutti quelli che vivono con meno di 1 dollaro al giorno (1 miliardo e 300 milioni), e con meno di due dollari al giorno (circa 3 miliardi), sono a rischio”. Per l’aumento dei prezzi delle sementi, ad esempio, “ci segnalano che interi gruppi di persone hanno dovuto e devono utilizzare oggi le sementi per consumo alimentare. Penso all’Afghanistan o ad alcune zone dell’Africa e dell’Asia, dove il danno non è ancora esploso ma tra qualche mese porterà molte famiglie ad emigrare o alla vera e propria fame”. Secondo la Fao servirebbero 30 miliardi di dollari l’anno per migliorare la situazione. “Che non ci siano 30 miliardi di dollari l’anno sembra assurdo – commenta il responsabile della Caritas -. Solo per il salvataggio dei principali gruppi bancari americani sono stati messi a disposizione 700 miliardi di dollari. Ora Stati Uniti ed Europa stanziano altre centinaia di miliardi di dollari per il rilancio delle imprese e dell’economia reale. Se sommiamo tutte queste risorse andiamo a cifre da capogiro. Sembra un discorso miope non capire che rilanciare anche la domanda del Sud del mondo può essere addirittura uno strumento utile anche per il Nord”.Sir