Toscana

Aborto. In Toscana nel 2017 diminuiscono interruzioni volontarie

Diminuiscono ancora le interruzioni volontarie di gravidanza (Igv) in Toscana. Nel 2017 gli aborti sono stati 5.627 in calo del 4,8% rispetto a un anno prima, quando il dato aveva raggiunto 5.910 unità. Il trend è in discesa tanto per le madri italiane, che hanno effettuato 3.324 interruzioni di gravidanza (-3,1%), che fra le straniere arrivate a 2.284 aborti (-5,9%).

È quanto si ricava dalla relazione dell’agenzia regionale di sanità. L’incidenza complessiva di 7,3 casi ogni 1.000 donne è stata più elevata della media nazionale (6,5 per mille). Il 43,3% di chi non ha portato avanti la gravidanza è migrante, ma nell’ultimo decennio fra le straniere il numero assoluto di aborti si è ridotto del 60%. Oltre la metà delle Ivg delle straniere ha riguardato donne cinesi (26,1% dei casi), le rumene (18,8%), le albanesi (12,7%) e le nigeriane (7,2%). In termini assoluti l’impatto maggiore si è riscontrato fra peruviane (694,5 aborti ogni 1.000 nati vivi), nigeriane (643,3) e cinesi (569,9). Resta costantemente elevato il fenomeno degli aborti ripetuti: nel 2017 fra le donne che hanno interrotto la gravidanza il 29,5% aveva almeno una gestazione già troncata in passato. Un dato superiore alla media nazionale, che si attestava sul 26,3% nel 2016.

In crescita l’età media delle Ivg: le donne con almeno 35 anni sono passate dal 26,8% del 2000 al 33,6% del 2017. Mentre, le minorenni sono diminuite dal 3 al 2,4%. Tuttavia, fra le italiane con meno di 18 anni il numero di gravidanze interrotte resta notevole: 3.767,7 aborti ogni 1.000 nati contro i 941,7 delle straniere. Significativo l’aumento delle disoccupate, il cui peso sul totale degli aborti è passato dall’11,5 al 22,1%.

I certificati sono stati rilasciati prevalentemente nei consultori familiari pubblici: succede così nel 53,1% dei casi. L’aborto è stato praticato in via farmacologica il 28,1% delle volte, un dato nettamente superiore alla media nazionale che raggiunge il 15,7%. L’intervento chirurgico a seguito di aborto farmacologico è stato necessario solo in 16 casi (1% del totale).