Toscana

Acqua, gas e rifiuti: il caos delle tariffe

di Ennio CicaliMillecinquecento euro, poco meno di tre milioni delle vecchie lire, è quanto paga mediamente in un anno una famiglia toscana per acqua, gas e rifiuti. Il costo sale ancora se si aggiungono le spese per altri servizi di pubblica utilità (asili nido, ecc.), Ici e le varie addizionali comunali e regionali. Nelle tariffe per il gas, considerando un consumo medio di duemila metri cubi l’anno, Grosseto ha il costo più elevato (1391 euro), Prato il più basso (1224).

In quattro comuni sono calate nel 2004, rispetto l’anno precedente, in cinque cresciute. Lo squilibrio delle tariffe dell’acqua è ancora maggiore di quello del gas. Ipotizzando un consumo di 140 metri cubi l’anno per una famiglia, l’importo varia dai 98 euro di Massa ai 201 di Livorno, passando dai 154 di Firenze, che registra anche il consumo idrico più elevato della regione. Non cambia molto per i rifiuti, le tariffe più elevate sono a Grosseto e Livorno, con 246 euro per un nucleo di 2 persone con un abitazione di 90 metri quadri, Siena ha la tariffa minore (118,86).

Notevole per le famiglie toscane, le più giovani, il costo per gli asili nido che varia dai 394 euro di Lucca, seguita da Firenze (353, mentre Grosseto ha la tariffa più bassa (195). La rilevazione è stata fatta su un reddito medio-alto cui corrisponde la tariffa più alta; per redditi minori si abbassa ovunque in proporzione. Un indice molto importante è la percentuale di posti pubblici offerti per bimbi da 0 a 2 anni. Pisa e Pistoia hanno tassi elevati di offerta, Lucca il valore più basso.

Non va meglio per l’Ici. Il comune con le entrate più elevate per abitante derivanti da Ici è Siena (347 euro) seguito da Firenze (344) e Pisa (313). A Lucca !72) e Pistoia (189) le più basse. Le notevoli disparità delle tariffe per i servizi pubblici e imposte emergono da un dossier elaborato dalla Cisl Toscana e dall’Isfel (Istituto di studi e formazione dell’economia e del lavoro).

In termini economici acqua e rifiuti significano 890 milioni di euro di fatturato, 3775 milioni di investimenti nei prossimi vent’anni, 6166 occupati. Due emergenze su cui concentrare le risorse caratterizzano i servizi pubblici: lo smaltimento dei rifiuti, che rischia di diventare esplosivo, con le discariche ormai prossime alla saturazione. L’altra emergenza è rappresentata dalla dispersione della rete idrica: il 40% dell’acqua immessa negli acquedotti toscani va persa prima di arrivare a destinazione.

A fronte di questa situazione la Cisl Toscana, con il suo segretario generale Maurizio Petriccioli chiede una legge regionale sui servizi pubblici locali. «Si tratta di un settore strategico, importantissimo per l’economia e la competitività e di grande interesse per tutti i cittadini – dice Petriccioli – Un settore su cui sono stati accumulati forti ritardi. Non è un problema di risorse, ma di regole». Troppe aziende, troppo piccole, il nanismo fa crescere le tariffe. Le dimensioni delle aziende sono al primo posto delle quattro priorità di intervento indicate da Sergio Sorani, della segreteria regionale Cisl, che chiede aziende più grandi, per migliorare efficienza e competitività e razionalizzare gli investimenti, riducendo a 10 le 25 società che gestiscono i rifiuti. Serve poi un’authority o un osservatorio indipendente, per evitare che gli stessi soggetti siano proprietà, gestori e controllori. La terza priorità indicata dalla Cisl concerne le relazioni sindacali. Il quarto punto riguarda tariffe e fiscalità: «la Cisl – ha detto Sorani – chiede alla Regione linee guida per le tariffe che includano un’effettiva tariffa sociale a favore delle famiglie meno abbienti, e non solo nei casi di povertà estrema».

Rifiuti: ne produciamopiù di tutti in ItaliaLa Toscana è la regione italiana che produce più rifiuti con 663 chili annui per abitante, contro una media italiana di 501. Sono i pratesi a produrre più rifiuti (782 kg./anno per abitante), i senesi a produrne di meno (577 kg.). I fiorentini si fermano a 648 kg. I toscani però sono anche bravi «riciclatori» (secondi in Italia dopo i lombardi), con il 27% di raccolta differenziata a fronte di una media italiana del 14,4%. In questa classifica i migliori sono i pratesi, col 31,9% di raccolta differenziata, seguiti dai lucchesi (30,67%) e dai fiorentini (29%). Peggior dato per i grossetani col 18,4%. Metà dei rifiuti indifferenziati prodotti in Toscana infine va ancora direttamente in discarica, senza alcuna selezione. I numeri762 euroè l’importo dell’Ici a Siena per una famiglia di due persone 394 eurola tariffa mensile a Lucca per un posto in asilo nido a tempo pieno 70,3%il tasso di occupazione femminile ad Arezzo (fascia 25–29 anni) 2516 euroè la somma che mediamente paga una famiglia a Firenze per acqua, gas, rifiuti, Ici, addizionali comunali e regionali 663 kgè la quantità di rifiuti annui che mediamente produce un abitante in Toscana. La media italiana è di 501 chili 25le società che gestiscono la raccolta dei rifiuti in Toscana