Toscana

Addio alle vecchie carrette: fermate le auto «euro zero»

di Ennio CicaliE’ toccato a Firenze l’ingrato compito di fare da «apripista» nell’applicazione delle norme antismog bloccando le auto comprese nella fascia «euro 0», considerate tra le più inquinanti tra quelle in circolazione. Le misure restrittive riguardano quattro tipi di veicoli «euro 0»: autovetture, ciclomotori, veicoli per il trasporto di merci inferiori a 3,5 tonnellate ed autobus. Il divieto vale per i 16 comuni già firmatari dell’accordo del 2003 (Firenze, Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Cascina, Grosseto, Lastra a Signa, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, S.Casciano, S.Croce, Scandicci, Sesto e Signa) più altri sette coinvolti recentemente (Arezzo, Capannori, Montecatini, Poggio a Caiano, Pontedera, Siena e Viareggio). In tutto 23 Comuni sulle 277 amministrazioni toscane.

Le auto non catalizzate in circolazione in Toscana erano 397 mila 204 nel 2004, secondo i dati dell’Aci. Una deroga al blocco riguarda solo chi ha già firmato un contratto di acquisto per una nuova vettura o ciclomotore, gli invalidi e le auto storiche se iscritte nei registri appositi e in circolazione per qualche manifestazione.

Non tutti i Comuni firmatari degli accordi del 2003 e del 22 dicembre 2005 hanno bloccato le auto dal 1° gennaio. Calenzano, Campi e Signa hanno ritardato il blocco per difficoltà logistiche. Tra i capoluogo Grosseto non ha sottoscritto il nuovo accordo per difficoltà logistiche perché incerta sulle modalità. Contrari, seppure con diverse motivazioni, Livorno, Lucca, Pistoia e Prato, che ha prorogato al 31 gennaio l’ordinanza già in vigore lo scorso anno. Non si hanno notizie di Montecatini e Pontedera. Pisa, pur contestando i criteri di applicazione della parte economica, ha confermato l’adesione al blocco. Non tutti sono d’accordo sul blocco delle «euro 0». Nell’ottobre scorso, ambientalisti e automobilisti, uniti in un’inedita alleanza, hanno sollecitato il «ripensamento parziale» del provvedimento. Anche perché, soggiungono, non è attualmente opportuno il blocco totale considerata l’impossibilità per molti di poter acquistare un’auto nuova.

Polemico anche l’intervento di Giovanni Ronchi, segretario generale della Cisl di Firenze, secondo il quale manca la parte propositiva: insieme ai divieti – dice – dovrebbero essere offerte delle alternative. Inoltre, aggiunge Ronchi, il divieto di circolazione penalizza chi non può permettersi un’auto o un motorino nuovi. E ora, alle critiche della Casa delle libertà, si sono aggiunte anche quelle di una parte della maggioranza che governa Firenze. Il provvedimento è «rigido», dice il capogruppo comunale dei Ds Alberto Formigli, che chiede «incentivi per le famiglie a basso reddito».

Una soluzione radicale è chiesta dalla Margherita. Il capogruppo Nicola Perini chiede che «venga ritirato il provvedimento per consentire un maggiore approfondimento tecnico e politico da parte delle forze della maggioranza che governano Firenze».

Dopo le critiche sembra che anche a Firenze siano allo studio forme per attenuare il divieto. Si ha notizia, intanto, delle prime crepe. Il Comune di Sesto Fiorentino ha previsto deroghe per casi particolari, valutati di volta in volta. Niente da fare, risponde l’assessore comunale all’ambiente Claudio Del Lungo: chi possiede un’auto non in regola può fare la riconversione a gpl e a metano che con i contributi regionali costa circa 300 euro. Oppure, in alternativa, usare i mezzi pubblici. Una soluzione che non convince molti cittadini alle prese con treni soppressi, stracolmi o che si guastano, bus superaffollati intrappolati nel traffico. «La croce quotidiana – osserva Ronchi – di chi decide di lasciare a casa la propria auto e prendere un mezzo pubblico».

La schedaNelle offerte commerciali e nella terminologia comune si distinguono, per le autovetture, diverse situazioni riguardanti la «direttiva di omologazione» che deve essere tassativamente indicata sulla carta di circolazione. Queste le varie denominazioni • Euro 0Veicoli «non catalizzati» a benzina e i veicoli «non ecodiesel» immatricolati prima del 1993. • Euro 1Veicoli ecologici conformi alla direttiva 91/441. Il rispetto dei limiti di emissione impose l’adozione della marmitta catalitica sulle vetture immatricolate dal gennaio 1993 al ’96. • Euro 2Veicoli ecologici conformi alla direttiva 94/12. I veicoli omologati secondo questa direttiva non sono stati immatricolati come nuovi a partire dall’1 /1/2001, a meno che non si trattasse di «veicoli di fine serie». • Euro 3Veicoli ecologici conformi alla direttiva 98/69. A partire dall’1/1/2001 sono state essere immatricolate come nuove solo autovetture omologate secondo questa direttiva, a parte i «veicoli di fine serie». • Euro 4Costituita dalla seconda parte della tabella dei limiti di emissione compresa nella direttiva 98/69, che sarà obbligatoria per le autovetture immatricolate come nuove a partire dall’1/1/2006.

Nell’evoluzione dalla direttiva 91/441 alla direttiva 98/69 sono cambiati non solo i limiti di emissione, ma soprattutto le metodologie di prova e di misura; pertanto, alcuni valori della prima direttiva si raddoppierebbero se misurati secondo la direttiva 98/69.

Traffico, proteste contro il blocco «euro 0»