Toscana

Aeroporto Firenze. Tar stoppa Via: «troppe prescrizioni»

La tesi di fondo del tribunale prende di mira il «difetto di istruttoria» da parte del ministero dell’Ambiente e del ministero dei Beni Culturali che discende dall’alto numero di prescrizioni da rispettare, ma in particolare modo dalla loro rilevanza. «Il progetto sottoposto a Via- si legge nella sentenza pubblicata oggi- non conteneva quel grado di dettaglio minimo e sufficiente affinché il ministero dell’Ambiente» giungesse «ad una corretta valutazione di compatibilità ambientale, non essendosi individuati compiutamente le opere da realizzare». Si tratta in particolare modo dello spostamento del Fosso reale, il sottoattraversamento dell’autostrada A11, la riorganizzazione dello svincolo A11 per Sesto Fiorentino e Osmannoro con la ricollocazione del lago di Peretola e di alcuni bacini del sito La Querciola oltre alla delocalizzazione dei boschi della Piana. «L’assenza dell’esperimento di una corretta fase istruttoria- spiegano le toghe amministrative- risulta dimostrata dal fatto che il decreto sopra citato contiene un numero di prescrizioni pari a circa 70 che, per le loro caratteristiche, hanno l’effetto di condizionare la valutazione di compatibilità ambientale contenuta nel provvedimento impugnato».

In questo senso il Tar censura anche la scelta di rinviare alla progettazione esecutiva l’analisi del rischio di «bird strike» e la predisposizione dello studio sul rischio di incidente aereo, «documentazione quest’ultima- rilevano- che non è stata presentata né prima delle Via, né successivamente in sede di ottemperanza delle prescrizioni».

Ulteriore motivo di doglianza era rappresentato dall’esclusione di alcuni Comuni, come quello di Prato, dall’osservatorio ambientale al quale è stato demandato il compito di vigilare sul rispetto delle prescrizioni. «Circostanza che ha impedito alle amministrazioni- si legge nelle motivazioni della sentenza- di esprimere i rilievi» dovuti al momento della presentazione dei progetti esecutivi. In questo senso il Tar censura anche la scelta di rinviare alla progettazione esecutiva l’analisi del rischio di «bird strike» e la predisposizione dello studio sul rischio di incidente aereo, «documentazione quest’ultima- rilevano- che non è stata presentata né prima delle Via, né successivamente in sede di ottemperanza delle prescrizioni». Ulteriore motivo di doglianza era rappresentato dall’esclusione di alcuni Comuni, come quello di Prato, dall’osservatorio ambientale al quale è stato demandato il compito di vigilare sul rispetto delle prescrizioni. «Circostanza che ha impedito alle amministrazioni- si legge nelle motivazioni della sentenza- di esprimere i rilievi» dovuti al momento della presentazione dei progetti esecutivi.

«Oggi è una giornata di straordinaria importanza per il nostro territorio». Il sindaco Lorenzo Falchi esulta per la sentenza con cui il Tar toscano accoglie il ricorso presentato dal Comune di Sesto Fiorentino contro il decreto di Via collegato alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze. I giudici, si spiega dal municipio, «hanno accolto pienamente il ricorso, giudicando illegittimo il decreto di Via poiché non ha compiutamente valutato l’impatto ambientale del progetto, prevedendo un elevato numero di prescrizioni che, per il tenore, di fatto hanno posticipato la valutazione dell’impatto ambientale alla effettiva realizzazione del progetto». Tra gli elementi di criticità, si aggiunge, «anche la costituzione dell’osservatorio ambientale senza il coinvolgimento dei Comuni interessati dall’opera».

Il Tar, commenta Falchi, «ha riconosciuto la validità delle ragioni dei Comuni, delle associazioni, dei comitati contro un’opera che noi riteniamo sbagliata. Si tratta di una grande vittoria, che dovremo senz’altro approfondire, ma che nella sostanza è chiara: il decreto di Via è illegittimo e cade, pertanto, tutto il castello giuridico e amministrativo messo su anche con alcune forzature per arrivare a realizzare a tutti i costi una pista incompatibile col nostro territorio e illegittima dal punto di vista giuridico». Falchi conclude rivolgendo «un pensiero a tutti gli amministratori e ai cittadini che per anni si sono battuti contro un’opera sbagliata. L’unico rammarico è che a questo risultato si sia dovuti arrivare per via giudiziaria e non attraverso la politica».