Toscana

Agriturismo, il rischio industria

DI REBECCA ROMOLIDove sta andando l’agriturismo toscano?». È la domanda da cui la Coldiretti e gli operatori del settore sono partiti per fare il punto della situazione su un settore vincente, che si trova, però, ad affrontare nuovi scenari. Sono stati questi i punti su cui si è dibattuto mercoledì 5 giugno, presso l’agriturismo Salvadonica a San Casciano Val di Pesa (Firenze), alla presenza di Alessandra Lucci presidente Coldiretti Toscana e di Francesca Buonagurelli di Terranostra Lucca.

Dall’incontro sono venuti fuori elementi salienti dell’agriturismo toscano, dati che confermano il buono stato di salute del settore che nel 2000 ha visto ben 1900 aziende per un totale di più di 22 mila posti letto. Un numero capace di assorbire quasi un terzo del movimento agrituristico nazionale. Queste cifre iniziali, non bastano però a dare un ritratto complessivo di un settore complesso e in continuo cambiamento come quello dell’agriturismo. Le vacanze in un agriturismo si sono diffuse negli anni ’80 e nel 1991 si contavano circa 300 aziende. Oggi nel 2002, a distanza di 11 anni, le aziende agrituristiche sono passate a circa 2000. Risale, infatti, al 1985 la prima legge, la numero 730, che regolamenta il settore, ma che viene recepita in modo diverso da ogni regione. L’attività agrituristica toscana, però, è sempre rimasta alla sue origini, e cioè alla combinazione del reddito agricolo con quello turistico, come mette in chiaro la legge regionale n.76 del 1994.

Nel 2002 questo settore sta attraversando un momento particolare dal punto di vista normativo, perché queste due norme risultano per diversi aspetti superate, anche a causa dell’approvazione della legge d’orientamento per il turismo approvata nel 2001.

Questa nuova legge, infatti, ha allargato sia il ruolo dell’agricoltore che le sue competenze, rendendo così necessario una ristrutturazione complessiva delle aziende agrituristiche. Comunque, non sono solo cambiate le esigenze normative, ma anche le necessità strutturali del settore.La preoccupazione sottolineata dagli intervenuti al dibattito è che nei primi anni del boom dell’agriturismo, si evidenziava la forte necessità di imprenditori che investissero nel nuovo settore per consolidarne la crescita e soprattutto la permanenza, oggi, invece c’è un assoluto bisogno di una calibratura dell’attività, attraverso un più severa scelta dei parametri, per frenare l’accesso di chi considera l’agriturismo solo un business.

«C’è bisogno di una legge – afferma Alessandra Lucci presidente Coldiretti Toscana – che dia continuità al settore. La Regione Toscana ha iniziato il processo di revisione della legge 76/1994 introducendo nuove modifiche, ma ci sembra che queste correzioni finiscano per modificare la fisionomia dell’agriturismo toscano. Per questo esistono dei punti che devono essere mantenuti per mantenere intatto il modello toscano di fare agriturismo».

Il modello dell’agriturismo toscano è fatto essenzialmente di piccole e medie imprese, dove l’agricoltura non ha mai assunto aspetti industrializzati e dove il turista viene perché attratto da arte e storia, paesaggio e natura, il tutto in un ambiente familiare che porta lo stesso turista a pensare di non aver mai lasciato casa sua.

Quindi, il bisogno espresso da «Terranostra», l’associazione per l’agriturismo di Coldiretti cui in Toscana aderiscono quasi un terzo delle 2000 imprese, è quello di avere una nuova normativa che tuteli il settore, ma che questa normativa mantenga la connessione e la complementarità tra turismo e agricoltura, valorizzi la figura dell’imprenditore agricolo come operatore che svolge un’attività di qualità in maniera professionale. Qualità, garantita soprattutto dalla presenza costante di chi lavora per la tutela ed il rispetto dell’ambiente e la trasmissione di una cultura fatta di tradizioni e di sapori antichi e che promuovono l’intero territorio regionale.

«Il perché il modello toscano riscuote tanto successo, presso i turisti stranieri e soprattutto italiani – spiega Francesca Buonagurelli di Terranostra Lucca – è perché quello che interessa è il mondo contadino, terreno e semplice. Per fare un esempio molti turisti olandesi hanno voluto assolutamente fare un giro sulla mia ape. Un veicolo vecchio e malandato, ma che raccoglie tutto il fascino del mondo contadino toscano».

Per promuovere questo settore a tutti color che amano il verde e i buoni e antichi sapori toscani da febbraio è stata distribuita una guida edita in 4 lingue da Terranostra Toscana. Questa pubblicazione offre schede complete e aggiornate che raccontano nel dettaglio ogni struttura, indicando i posti letto disponibili, la tipologia di sistemazione, il periodo di apertura, i prezzi ed i servizi offerti in azienda o disponibili nelle vicinanze. Una vera enciclopedia dell’agriturismo toscano.