Toscana

Aiutare le famiglie disagiate con la creatività della famiglia

di Sara D’Oriano«La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (…). La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia. Recita così la Costituzione Italiana. La famiglia è dunque il centro fondamentale della nostra società civile e la recente campagna elettorale ha messo in luce molto bene quanto sia importante promuovere azioni a favore della famiglia, anche solo per «catturarsi» qualche voto in più. Ma cosa significa oggi favorire le famiglie? Cosa realmente viene fatto soprattutto per quelle più disagiate? Se lo è chiesto il Forum delle Associazioni Familiari che, in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha realizzato un’indagine su «Politiche familiari e interventi di sostegno alle famiglie in disagio socio-economico».

L’analisi ha riguardato 6 regioni italiane (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Sicilia e Toscana) scelte come rappresentative dei diversi contesti sociali, economici e territoriali del nostro paese. Scopo dell’indagine, avere un quadro più completo del disagio familiare nella società italiana, analizzando le singole realtà territoriali e ciò che viene realizzato, a livello di politiche familiari, per far fronte alla crescente povertà nel nostro paese. Le strategie migliori, così come indicate dalle famiglie che usufruiscono di questi progetti, verranno proposte come modelli ed estese anche ad altre realtà territoriali, fornendo alle stesse famiglie notizie analitiche sulle risorse a loro disposizione.

Alfonso Cipriani, presidente del forum toscano, sottolinea come ancora oggi «si fa fatica a considerare la famiglia come soggetto sociale. Le politiche di contrasto della povertà sono ancora deficitarie nel nostro paese perché sono centrate sugli individui e sono di carattere eminentemente economico. L’errore, continua Cipriani, sta nel non riuscire a cogliere che dietro un disagio esiste sempre una realtà familiare, un intreccio di relazioni che nell’affrontare un problema devono essere tenuti in conto».

Da qui l’importanza di realizzare un’indagine che permetta un confronto approfondito tra le varie realtà e che permetta di individuare le strategie migliori e facilmente riproponibili in altre aree nazionali.

Per la Toscana sono stati selezionati 9 comuni d’indagine: Poggibonsi, San Marcello Pistoiese, Borgo San Lorenzo, Firenze e il quartiere num. 5, Lucca, Arezzo, Massa, Volterra e Follonica. Molto variegati gli interventi analizzati: dai sostegni economici per gli anziani ad Arezzo, agli interventi di sostegno alla comunità Rom nel quartiere num. 5 di Firenze; dall’esperienza di affido familiare a Poggibonsi fino al servizio di assistenza infermieristica domiciliare a Borgo San Lorenzo.Dalle interviste svolte all’interno dei comuni e anche tra le famiglie in disagio, è emerso come la Toscana sia una regione in cui è difficile riuscire a costruire una famiglia, ma in cui si invecchia bene. Nonostante la nostra ricchezza rispetto al panorama nazionale, in Toscana una famiglia su 4 è composta da un solo componente. Questo è dovuto in primo luogo al problema della casa e degli affitti, emergenza che colpisce la maggior parte delle famiglie ed è una delle principali cause di disagio in Toscana. Per questo gli enti locali hanno ricevuto dallo stato una delle cifre più pesanti rispetto a quelle destinate all’intero panorama nazionale.

Anche la disabilità è spesso causa di un ingente impegno economico per le famiglie, così come negli ultimi anni stanno crescendo le difficoltà presentate dalle famiglie immigrate, che hanno in più l’ostacolo delle differenze. «Non parliamo della famiglia come di un problema, conclude Cipriani. Parliamo di Famiglie come di risorse. Troppo spesso ci dimentichiamo che le soluzioni migliori vengono proprio dalle famiglie. Sviluppiamo innanzitutto la cultura della creatività che nasce all’interno dei caseggiati, dei quartieri, come la bella esperienza degli asili di condominio e a partire da queste proposte mettiamo le famiglie in grado di ripartire».