Toscana

Alluvione: testimonianze da Albinia, il morale è giù ma tutti si sono rimboccati le maniche

«Siamo al lavoro 24 ore su 24. Oggi, grazie anche al tempo che finalmente ci sta dando una tregua, dovrebbe riportare nelle case quasi tutte le persone». Gabriele Grasso, della Protezione civile delle Misericordie, ci racconta per telefono la situazione di Albinia, il vero epicentro del disastro in Maremma. Qui, lunedì scorso, l’Albegna ha rotto gli argini e la furia dell’acqua si è riversata nelle strade del paese, una frazione di Orbetello dove vivono 2500 persone, che in pochi minuti è stato sommerso. Molte le persone evacuate: la maggior parte hanno trovato riparo da parenti e amici, una cinquantina sono state ospitate in un centro di accoglienza. «Un tratto dell’Aurelia di circa 500 metri – racconta Grasso – non c’è più. Questo è il danno più grosso. Poche le case che hanno subito gravi danni: fortunatamente il paese è stato investito soprattutto da moltissima acqua e da una quantità di fango non eccessiva. Il morale delle persone non alto. Per tutti si sono rimboccati le maniche: hanno voglia di tornare alla normalità nel più breve tempo possibile. Alcuni negozi oggi hanno riaperto. Il lavoro più grosso in questo momento dopo il deflusso dell’acqua è ripulire dal fango le strade. Fortunatamente le linee telefoniche sono state ripristinate quasi del tutto».

Anche il parroco di Albinia, don Mariano Landini, in questi giorni gira tra le case del paese e della campagna. «C’è tanto fango, sarà dura ritornare alla normalità. La gente è sconvolta, è  stata una cosa veramente immane, metri e metri d’acqua che si sono rovesciati sulle case, sulle strade e sui campi in pochissimi minuti. La gente è salita ai piani alti, qualcuno addirittura sui tetti. Anziani, mamme con bambini in braccio che cercavano di raggiungere posti sicuri. Adesso in molti ringraziano Dio per essersi salvati».  Dopo la paura, si comincia a pensare al futuro: «Ci sono aziende in ginocchio, famiglie senza casa, senza macchina. C’è chi si lamenta per la mancanza di prevenzione, di informazione, e per come sono organizzati i soccorsi. Ma in generale la gente si sta rimboccando le maniche per andare avanti». La parrocchia sta facendo la sua parte: «La chiesa di Albinia in questo momento è adibita per la raccolta e la distribuzione di generi di prima necessità, acqua, vestiario… I locali della parrocchia sono stati messi a disposizione della protezione civile, in canonica abbiamo ospitato due famiglie. La Caritas parrocchiale sta lavorando per portare soccorsi a chi ne ha bisogno». Ma è tutta la popolazione che sta rispondendo a questo momento difficile con la solidarietà: «C’è una corsa ad aiutarsi tra persone e tra famiglie: qui le persone sono così, sempre pronte a dare una mano. Lo si era visto lo scorso gennaio quando arrivarono  i naufraghi della Costa Concordia».