Toscana

Associazioni di tutela ambientale: «giù le mani dal Piano paesaggistico della Toscana»

Le associazioni vigileranno con molto scrupolo l’iter in corso per evitare che ciò accada. Il Piano che, per la prima volta, prende in esame il territorio nel suo insieme di natura, storia, società civile, è frutto di una straordinaria concertazione e co-pianificazione con il MiBACT che ora la politica, con un atto di arroganza, intende calpestare annientando quattro anni di lavoro di quanti, a questo strumento, hanno sapientemente lavorato con capacità, professionalità e rigore. Gli emendamenti presentati in consiglio regionale dalla stessa maggioranza che lo scorso anno approvò il Piano, puntano, dunque, a stravolgere e demolire quella rete di protezione disegnata con intelligenza e responsabilità. Il contenimento al consumo di suolo, di coste, di spiagge, le limitazioni all’estrazione del marmo, alla distruzione dei monti, la regolamentazione dell’agricoltura, così come posti nel testo originario, esprimono una gestione intelligente del territorio il cui sviluppo è possibile e sostenibile solo andando oltre lo sfruttamento di risorse ambientali. Un disegno che può diventare motore di sviluppo e dare ulteriore valore alla Toscana, con una visione strategica che non risponde più solo ad interessi e aspettative di breve respiro. “Se il piano dovesse passare snaturato rispetto alla sua origine, chiederemo al MiBACT di non approvarlo” dichiarano le associazioni. “Con la nostra azione compatta abbiamo già ottenuto un primo importante risultato: il ritiro del maxi-emendamento del PD” afferma Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana. “Chiediamo all’assessore Marson che non si dimetta e che combatta fino in fondo – sostiene il presidente di Italia Nostra -. Renzi difenda il piano della sua Regione e intervenga sul suo partito in Toscana perché lo conservi così come licenziato dalla giunta Rossi, in ragione della co-pianificazione avvenuta proprio fra Regione e MiBACT. Non immaginiamo che possa accettare un piano dannoso per il paesaggio, per l’agricoltura e per i beni culturali della Toscana e, quindi, per la sua immagine”. Il FAI ha sottolineato l’importanza della difesa delle coste. “Vigileremo sull’iter di approvazione affinché non venga stravolto” ha detto Daniela Burrini, Lipu Toscana. CAI, ProNatura e Mountain Wilderness ribadiscono “l’assoluta necessità di difendere la tutela delle montagne e delle acque”. Mauro Chessa, presidente della Rete dei Comitati per la difesa del territorio ha ricordato come, “a fronte di tanta distruzione, la realtà è che il 50% delle cave è detenuto dalla famiglia di Bin Laden che controlla anche il 70% della produzione totale del marmo”. “A quanti ci accusano di mettere a rischio tanti posti di lavoro – afferma Antonio Dalle Mura, presidente Italia Nostra Toscana – si deve dire che i moderni metodi di lavoro, con l’uso di lame diamantate e alta tecnologia dei macchinari, permettono di velocizzare i processi di lavoro aumentando le quantità estratte ed escludendo di fatto molta manodopera. A questo si aggiunga che la maggior parte del marmo non viene lavorato in loco, ma trasportato all’estero con un danno economico sia per la comunità locale che per il fisco”. Dichiara Marcello Demi, delegato WWF Toscana: “Il WWF ribadisce che ulteriori modifiche al piano, peraltro già fin troppo smussato nella fase delle osservazioni, ne inficerebbero i contenuti innovativi. Ricordiamo che oltre al paesaggio toccano il piano tutela ambienti unici come le Apuane e la biodiversità regionale nel suo complesso, capitale naturale sul quale si dovrebbe fondare l’economia di una Toscana sostenibile. E’ compito delle associazioni ambientaliste dare voce a chi voce non ha, ed è compito della politica ascoltarla e considerarla alla pari delle altre. Non verremo mai meno al nostro dovere, che la politica faccia altrettanto”. “Sosteniamo questo piano – dichiara Stefano Beltramini di Slow Food Toscana – a maggior ragione dopo aver manifestato già a Natale quando il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge regionale toscana 65/14 dichiarando che alcune norme di indirizzo sui centri commerciali medio grandi contravverrebbero ai principi della libera concorrenza, in pratica sostenendo che la media e grande distribuzione sarebbe stata minacciata dalla tutela paesaggistica e ambientale della stessa legge”. Il Piano paesaggistico della Toscana coinvolge città storiche e periferie, pianure e rilievi con un assetto del territorio in cui la storia si connette al lavoro, alla cultura e alla natura. Le ragioni della tutela si affiancano alle istanze del lavoro e della sicurezza, l’agricoltura incide sull’economia e quindi sulla società e la cultura è volano del turismo.E sì che le scelte di Piano avevano trovato il loro fondamento e la loro legittimazione in un quadro conoscitivo ben impostato, dettagliato e approfondito, articolato in 20 “ambiti di paesaggio”.