Toscana
Benedetto XVI: La Chiesa è viva e giovane
Trentasei minuti, trentacinque applausi: due dati che racchiudono l’omelia pronunciata da Benedetto XVI durante la messa che stamani, domenica 24 aprile 2005, ha inaugurato il pontificato del successore di Giovanni Paolo II. Il papa tedesco si è mostrato profondamente commosso in due passaggi: quando ha affermato di non sentirsi solo nel grave compito di guidare la Chiesa e nel momento in cui ha ricordato la malattia e la morte di papa Wojtyla. Le migliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro hanno sottolineato vari momenti dell’omelia, mentre le bandiere di diverse nazioni – fra cui numerose con i colori della Germania – hanno continuamente sventolato. Particolarmente apprezzate dall’assemblea le espressioni “pregate per me” e “cari amici” che Joseph Ratzinger ha utilizzato a metà intervento. Quando poi ha parlato dell'”anello del pescatore” – uno dei due simboli che rappresentano liturgicamente l’assunzione del ministero di successore di Pietro – Benedetto XVI ha alzato la mano, mostrando lo stesso anello. Al termine della lunga omelia, colpito dal caloroso applauso che la ha accolta, il Papa si è alzato per un momento in piedi, con le mani unite verso il cielo in segno di saluto a tutti. Si è poi seduto di nuovo. In piazza applaudivano tutti, fedeli, vescovi, cardinali, autorità.
La figura di Giovani Paolo II riemerge ancora una volta, poi, alla fine dell’omelia quando Benedetto XVI ha rievocato il 22 ottobre 1978, data in cui papa Wojtyla iniziò il suo ministero petrino. “Ancora, e continuamente – è il ricordo di Benedetto XVI – mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!” Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo ma soprattutto ai giovani. “Io vorrei dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita”.
Numerose anche le delegazioni americane, da quella degli Usa, guidata dal fratello del presidente, Jeb Bush, governatore della Florida, a quelle di Argentina (il presidente Nestor Kirchner), Costa Rica (il vice presidentre Linneth Saborio), repubblica Dominicana (il presidente Leonel Fernmandez), Guatemala ( a livello di vicepresidente), El salvador (il presidente Tony Saca), Messico (il ministro degli Esteri Luis ernesto Derbez), Paraguay (N.D.Frutos).
Tra le delegazioni di paesi arabi quella dell’Egitto, guidata dal sottosegretario all’ambiente Maged George, e del Libano (il presidenter Emile Lahoud con il premier Najiib Mikati). Dall’Africa sono venuti tra gli altri il vice residente dello Zimbabwe (il vicepresidente Joseph Wilfred Msika), il presidente del Gabon Bongo Ondinba, il vice presidente del Kenya.
Assente la delegazione della Cina, con la quale i rapporti della Santa Sede, che ha relazioni diplomatiche con Taiwan, non sono facili.
“Questo appello all’unità prosegue il vescovo – va inserito in tutto il contesto del discorso che chiarifica la indispensabile missione della Chiesa per un mondo più umano sottolineando che l’unità dei cristiani è fermento e lievito di una fraternità fra i popoli”. In piazza San Pietro erano presenti delegazioni del patriarcato di Mosca, e di Costantinopoli e rappresentanti delle altre Chiese ortodosse (rumena, armena, serba, la Chiesa di Alessandria).
Omelia della Messa di inizio pontificato (24 aprile 2005)
Il «programma» di Benedetto XVI
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Il conclave: chi elegge il successore
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In piazza San Pietro con la gioia della resurrezione