Toscana

Blitz a Vicofaro: mons. Tardelli, «profondamente amareggiato». Stop a «escalation insopportabile»

Sabato sera con un blitz, polizia, carabinieri, vigili urbani, guardia di finanza, Asl, ispettorato del lavoro e vigili del fuoco sono intervenuti – mentre alla «Pizzeria del rifugiato», situata nei locali parrocchiali, era in corso una cena – ed hanno effettuato una serie di controlli, che sono durati circa un paio d’ore. Nel corso degli accertamenti sono stati verificati i documenti dei migranti presenti, il rispetto dell’ordinanza del Comune che aveva sancito la non idoneità di locali dove erano stati accolti i migranti (attualmente ce ne sono una sessantina, di cui 15 dormono in chiesa), mentre i pompieri hanno verificato gli aspetti legati alla sicurezza.

«L’altra sera – sottolinea il vescovo di pistoia – è successo qualcosa che mi ha amareggiato profondamente. Non ne ero stato certo avvisato; e perché mai avrei dovuto esserlo, del resto? Mi ha amareggiato per tanti motivi, non per uno solo. Qualcosa mi inquieta e non mi piace in ciò che è accaduto. È stato un punto che ha segnato il vertice di una escalation insopportabile». Mons. Tardelli rileva che «invece di sciogliersi e trovare una soluzione accettabile, la vicenda di Vicofaro nel tempo è andata sempre più ingigantendosi, complicandosi, esacerbandosi».

«Convinto che la verità non stia mai tutta solamente da una parte e nessuno la possieda completamente», il vescovo osserva che «solo nell’ascolto reciproco, nell’attenzione all’altro, nel venirsi incontro si trova la soluzione ai problemi». «A Pistoia questo è possibile?», chiede Tardelli. «A volte, sinceramente mi pare proprio di no. Eppure io credo che dobbiamo tutti sforzarci di fare un passo indietro e ragionare, senza farci prendere dall’emotività o, peggio, dai risentimenti», spiega il vescovo. «Vorrei allora che ci domandassimo: ma tutta questa storia, la vicenda di Vicofaro, da quando l’anno scorso iniziò sui social, ci ha portato ad essere migliori? Ha condotto a migliorare questa città? Ha fatto aumentare il numero delle persone solidali e aperte agli altri? Ha fatto crescere in questa città il senso di una fraternità accogliente? Ha permesso una vera integrazione degli ospiti accolti?», gli interrogativi posti da mons. Tardelli, che amaramente risponde: «Onestamente, mi pare proprio di no. È aumentata l’intolleranza», «le posizioni si sono soltanto radicalizzate e politicizzate».

In questa situazione, «molto può fare don Massimo, sicuramente». «Molto dipende da lui», sottolinea il vescovo, aggiungendo che «credo che se ne stia rendendo sempre più conto. Non è in discussione l’accoglienza. Quelli che la mettono in discussione, lo dico chiaramente, sbagliano di grosso». Ma «a don Massimo, può fare qualcosa anche chi sta attorno a lui, aiutandolo a migliorarsi». E poi possono fare di più anche politici, governo nazionale e locale, mezzi di comunicazione. «Tutti – conclude Tardelli – vogliamo che Pistoia sia una città di pace, bella, accogliente, multietnica e al tempo stesso sicura e ben custodita, che cresce e prospera attraverso l’apporto sereno di tutti. E allora, lavoriamo tutti generosamente per questo. Per questo diamoci da fare, insieme».