Toscana

Buco Asl 1: Pdl, Rossi ci risponda in Consiglio e poi si dimetta

«Abbiamo fatto per mesi – ormai da più di 2 anni – precise e circostanziate domande al Presidente Rossi in merito alla serie di “buchi” riscontrati nei bilanci dell’Asl 1 nel tempo in cui egli era assessore regionale alla Sanità. La verità politico-amministrativa è che Rossi non ha mai voluto o potuto o saputo rispondere: insomma non ha mai fatto chiarezza. Ciò ben prima, e al di là, di ogni sviluppo giudiziario». Così i consiglieri regionali del Popolo della Libertà Jacopo Ferri e Stefano Mugnai – rispettivamente presidente della commissione d’inchiesta sulla Asl 1 e vicepresidente della commissione regionale Sanità – all’indomani della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Giunta regionale Enrico Rossi in merito all’inchiesta sul buco di bilancio (420 milioni) della Asl apuana.«La Commissione d’Inchiesta regionale, prima, e quella parlamentare poi hanno infatti potuto ricostruire una serie di situazioni e di fatti, nonché raccogliere una mole di documentazione, tali da evidenziare un ruolo assolutamente diretto del dipartimento regionale alla sanità sull’Asl 1 come, immaginiamo, sulle altre. Ruolo sul quale Rossi non può continuare a negare le proprie responsabilità politiche né continuare a tacere. Ricordiamo – incalzano Ferri e Mugnai – che sono almeno due le interrogazioni consiliari che attendono, anch’esse, da tempo, ufficialmente, risposta: una risalente al 27 aprile 2011 e l’altra al 27 giugno 2012».

«Per questo il Presidente Rossi avrebbe ben prima di oggi dovuto dimettersi, come del resto gli abbiamo già chiesto in passato. A maggior ragione – aggiungono i due consiglieri – deve farlo adesso considerando che è diventato Presidente vantandosi di aver sempre tenuto in pareggio una sanità che, evidentemente, in pareggio non era. E che, probabilmente anche per questo, il “suo” modello di sanità sta saltando – concludono Ferri e Mugnai – al punto che da lunedì ci sarà il blocco di alcune sale operatorie per chirurgia programmata e che un po’ in tutta la regione stanno saltando servizi essenziali con gravi ricadute sui cittadini».