Toscana

CILE: I VESCOVI CILENI IN VISITA ALLA NEO-PRESIDENTE

I vescovi del Cile si sono recati questa mattina in visita ufficiale a casa della neo-presidente eletta Michelle Bachelet, la prima donna presidente nella storia del Cile, ex esiliata politica durante il regime di Pinochet, che ha vinto con oltre il 53% contro il 47% del candidato della destra Sabastian Pinera. In attesa della dichiarazione ufficiale che verrà resa nota in giornata, il presidente della Conferenza episcopale mons.Alejandro Goic, ha ricordato ieri che “chiunque sarà eletto dovrà preoccuparsi innanzitutto di porre fine alle disuguaglianze presenti nel Paese”.

“Siamo molto contenti”, ha detto al Sir la direttrice di Caritas Cile, Victoria Tapia Marambio, “perché è la prima volta nella storia della nazione che una donna assume la presidenza della Repubblica, a distanza di 57 anni dalla conquista del diritto al voto. Sappiamo della sua vicinanza e delle sue preoccupazioni per i poveri, gli anziani, e della sua volontà di mandare avanti bene il Paese”.

Secondo la direttrice di Caritas Cile la sua elezione è “un fatto molto positivo per il popolo cileno. E’ una garanzia anche per il rispetto dei diritti umani, perché ha una esperienza personale che la rende sicuramente una persona sensibile”. Tapia Marambio ricorda di quando Michelle Bachelet è stata invitata ad un congresso nazionale Caritas rivolto agli anziani: “E’ stata molto vicina e diretta con gli anziani, ha ascoltato i loro problemi. Sono sicura sarà attenta alle loro esigenze”.

In Italia anche don Guido Miglietta, responsabile per l’America Latina della Caritas italiana, giudica la Bachelet “una presenza positiva, perché farà politiche di redistribuzione del reddito importanti per i poveri”. In più “è significativo che una donna con un’esperienza simile sotto Pinochet porti avanti il Paese”. Di parere un po’ diverso è padre Giuseppe Tommasi, cappellano dei 4.000 italiani in Cile e direttore del quindicinale “Presenza”: “Ogni italiano ha votato come crede, ma non facciamo né feste né opposizione. Molti avrebbero preferito un altro esito per la sicurezza nella difesa dei valori morali. Qui è come l’Italia di mezzo secolo fa: famiglia, lavoro, religione”.Sir