Toscana

CISL REGIONALE, SUPERATI I 240 MILA ISCRITTI

Ai lavoratori la Cisl toscana piace sempre di più. Lo dicono i dati del tesseramento 2008, presentati stamani a Firenze, che tratteggiano un sindacato sempre più forte, sempre più giovane e capace di rappresentare tutto il mondo del lavoro. Non a caso la Cisl toscana è la struttura sindacale di tutto il Centro-Italia, tra le tre confederazioni, che è cresciuta di più negli ultimi 5 anni. La crescita dura ininterrottamente da oltre un decennio e nel 2008, con un +2,18%, ha portato il numero dei tesserati a 240.626, nuovo record storico. Aumentano sia gli attivi che i pensionati, e quasi tutti i comparti produttivi: industria, agroalimentare, terziario e servizi.“Si chiude un anno per noi decisamente positivo –dice il segretario generale toscano Maurizio Petriccioli– cresciamo di oltre 5 mila iscritti che arrivano per un quarto dai pensionati e per ben tre quarti dagli attivi. Nel 2008 ci sono stati anche i rinnovi delle Rsu in settori importanti come la scuola e le poste, ed anche in questo caso i risultati sono stati davvero positivi, a conferma di un apprezzamento dei lavoratori e dei pensionati per la nostra organizzazione. Un dato che, di fronte alla difficile crisi economica, ci responsabilizza ancora di più nel dare risposte concrete alla richiesta di certezze di lavoratori, pensionati e famiglie della Toscana.” Nel 2008 la Cisl toscana è cresciuta complessivamente di 5.138 iscritti. Eccellente il dato degli attivi, che fanno segnare un +3,2% (pari a 3.861 iscritti in più) e arrivano ad un totale di 124.038. Ottima anche la crescita di 1.277 iscritti (+1,1%) dei pensionati che raggiungono quota 116.588.A livello di comparti produttivi brilla la performance dei servizi (trasporti, commercio, credito, poste) che mettono a segno un +5,20%, pari a 1.880 iscritti in più e si conferma la forte crescita dell’industria degli ultimi anni (+1.117 iscritti, 3,25%). Aumento sensibile anche per l’agro-alimentare (+202 iscritti, 3,44%), mentre continua la tumultuosa crescita della nuova frontiera della sindacalizzazione, costituita in particolare da atipici e immigrati (+11,53%).Nelle singole categorie spiccano i risultati della Fisascat (commercio e servizi, +646 iscritti, pari al +5,14%) e della Filca (645 tessere in più per la categoria dell’edilizia, pari ad un +3,98%) che con 16.871 è ormai vicina alla Funzione Pubblica che, nonostante una leggera flessione (-2,12%), si conferma come la categoria più forte tra gli attivi (17.742 iscritti). Ottimo anche l’incremento dei lavoratori bancari (Fiba), che crescono di 595 tessere, pari a +5,85%, e di quelli dei trasporti (Fit), aumentati di 547 unità, pari al +10,06%. Di assoluto rilievo anche gli incrementi degli immigrati dell’Anolf (+575 iscritti, 16,43%, l’incremento percentualmente più forte) e dei lavoratori atipici dell’Alai (165 iscritti in più, +10,43%).A livello territoriale tutti segni positivi nelle dieci province toscane. In percentuale è la costa a dare la maggiori soddisfazioni, con Grosseto (+6,93%, 883 iscritti in più), seguita da Livorno (+5,3%, pari a 1.076 iscritti) e Massa Carrara (+3,77%, 516 iscritti in più), ma l’incremento più forte in termini assoluti è quello di Firenze, che cresce di 1.411 iscritti (+2,65%).Secondo una recente ricerca del Sole 24 ore la Cisl toscana è la struttura sindacale, tra le tre confederazioni, che è cresciuta di più in tutte le regioni del Centro- Italia: +9,5% tra 2002 e 2007. Un dato che non potrà che migliorare alla luce dei risultati 2008.“Questi risultati –spiega il segretario organizzativo della Cisl toscana, Roberto Macrì– sono il frutto di politiche capaci di realizzare un mix tra strategie tradizionali e innovative, per rappresentare il mondo del lavoro così come finora lo abbiamo conosciuto ed anche per come si sta prefigurando; in particolar modo facendo attenzione ai giovani, agli immigrati, alle donne e all’allargamento della capacità di rappresentanza anche al di fuori del luogo di lavoro, mirando la propria azione al territorio.”“Il sindacato –dice il segretario generale, Maurizio Petriccioli- anche in un momento di crisi, continua a restare punto di riferimento importante, un luogo di partecipazione per chi non accetta di delegare tutto ad altri. In particolare cresce il consenso per un sindacato responsabile come la Cisl, che resta al ‘merito’ delle questioni, che sa stare ai tavoli e cercare, con caparbietà, di portare a casa risultati concreti per i propri iscritti.” Il segretario generale della Cisl toscana si sofferma poi sugli interventi da mettere in campo, anche a livello regionale, per fronteggiare la crisi, che secondo gli esperti proseguirà per tutto il 2009. “In primo luogo bisogna proseguire con gli interventi d’emergenza: rafforzamento degli ammortizzatori sociali, congelamento del debito per famiglie e piccole imprese (attraverso la creazione di un fondo finanziato in parte con i fondi strutturali europei), disponibilità delle imprese ad anticipare ed integrare la cassa integrazione, per non disperdere il proprio patrimonio professionale.”“Accanto a questi interventi –prosegue Petriccioli- ci sono poi temi ‘storici’, sui quali da anni chiediamo di agire: le infrastrutture, l’energia, la riorganizzazione dei servizi pubblici locali. Si tratta di leve regionali che possono rimettere in moto l’economia. Sul fronte delle infrastrutture i segnali sono positivi. Anche su energia e servizi occorre che nel 2009, ultimo anno di legislatura regionale, arrivino finalmente le risposte che la Toscana attende.”“Ma una leva fondamentale per uscire dalla crisi –secondo il segretario Cisl- è quella dei consumi, visto che il 75-80% della produzione italiana va al mercato interno. E per far ripartire i consumi non esiste altra strada che rendere disponibili più risorse per lavoratori dipendenti e pensionati, le categorie che dedicano la percentuale più alta del proprio reddito ai consumi e quelle che hanno visto più ridotto il proprio potere di acquisto in questi anni. Dobbiamo sfruttare lo straordinario volano dei consumi interni.”“Per questo –aggiunge Petriccioli- occorre rinnovare i contratti; varare la riforma del modello contrattuale per distribuire più ricchezza ai salari e ottenere la defiscalizzazione degli aumenti di produttività; insistere sulla democrazia economica, per far partecipare i lavoratori agli utili e alle decisioni delle imprese. E poi occorre un patto con le autonomie locali perché salari e pensioni siano protetti dagli aumenti di tasse e tariffe locali. Un grande patto che preveda la revisione della ‘spesa storica’ degli enti locali e della Regione, tagliando non i servizi ma gli sprechi e i costi del consenso della politica.”