Toscana

COMUNITA’ MONTANE: UNCEM, FALSATI DATI LANZILLOTTA SU TAGLIO COSTI 

Tagliando 105 comunità montane così come annunciato dal ministero degli Affari regionali non ci sarebbe un risparmio di 66 milioni di euro (il dato – 56 dal taglio dei costi della politica e 10 dal personale – è stato fornito ieri dal ministro Lanzillotta) bensì di circa 34 milioni di euro. Lo afferma l’Uncem, l’Unione delle Comunità montane, che definisce “non realistica” la stima fatta dal ministero. ” I Comuni che il governo stima di espellere sono 1.978. Ogni comune esprime 3 consiglieri e la giunta è composta da un terzo del consiglio:”il taglio – spiega l’Uncem – riguarderebbe sì circa 7.900 unità, ma con un risparmio di soli 33 milioni di euro. Moltiplicando infatti 1.978 per 3 (per il numero dei consiglieri) il risultato è 5.934 mentre 1.978 Assessori (1/3) esprimono 7.912 unità. Perciò moltiplicando i consiglieri (5.934) per 22,21 euro (gettone di presenza a seduta) per circa 6 sedute all’anno, si ottiene la cifra di circa 790 mila euro. Per quanto riguarda la giunta, considerando che l’indennità di funzione è di circa 1.394,43, se la si moltiplica per 1.978 per 12 mesi si ottiene la cifra di 33 milioni di euro circa. Il totale del risparmio ammonterebbe dunque a 33.790.000. Molti amministratori – ricorda ancora l’Uncem – di Comunità montane sono anche sindaci e assessori dei Comuni, obbligati ad optare per l’una o l’altra indennità. Il risparmio sulle indennità è poi ipotetico. “La cifra che abbiamo indicato per l’indennità di assessore è stata in molti casi già autoridotta per esigenze di bilancio”. Il ministro Lanzillotta dice poi – sottolinea l’Uncem – che “entro tre mesi dal varo della Finanziaria le Regioni devono almeno dimezzare gli amministratori delle Comunità montane”. Anche questo “non può essere vero”: le Regioni, per ridurre i consiglieri delle Comunità montane, devono modificare le normative vigenti, il che richiede un periodo transitorio, minimo tre mesi. L’Uncem contesta infine il risparmio di 10 milioni di euro stimato per il taglio del personale (complessivamente quasi 7.500 unità) che non può cessare immediatamente il servizio: “su chi graverebbero – chiede l’Uncem – le spese del personale da trasferirsi ai Comuni? Infine le conseguenze sui Comuni sarebbero assai pesanti, in quanto essi sono chiamati a succedere ad ogni effetto, anche processuale, nei rapporti attivi e passivi contratti dalle Comunità montane soppresse. Nei 60 giorni successivi all’entrata in vigore della legge, su di essi andrebbero ripartiti passività, personale, rapporti giuridici e opere sovracomunali in corso di realizzazione. E verrebbero meno i numerosi servizi erogati oggi dalle Comunità montane per conto dei Comuni, quali quelli sociali, assistenziali, di trasporto scolastico, di raccolta rifiuti, ecc…(ANSA)