Toscana

CONSIGLIO REGIONALE, APRROVATA NUOVA LEGGE ELETTORALE NONOSTANTE OSTRUZIONISMO PARTITI MINORI

Riduzione dei consiglieri regionali da 65 a 55, soglia di sbarramento indistinta al 4%, applicazione del metodo d’Hondt per la ripartizione dei seggi (sistema che premia i partiti maggiori), incompatibilità tra le cariche di assessore e quella di consigliere e la possibilità di un «listino» regionale che permette di presentare fino a 5 candidati fissi in ogni circoscrizione. Non vengono invece reintrodotte le preferenze. Sono le principali novità della nuova legge elettorale della Toscana, approvata oggi a maggioranza (58, favorevoli 43, contrari 15) in Consiglio regionale con i voti di Pd, Pdl, Ps e Alleanza federalista. Contrari Udc, Verdi, Sd, Prc, Pdci e gruppo Misto. La votazione è giunta a conclusione di un lungo confronto, che ha visto nelle ultime battute respingere alcuni emendamenti per introdurre il voto di preferenza, presentati sia da Marco Carraresi (Udc) che da Alessia Petraglia (Sd), e per garantire la parità di genere, proposto da Bruna Giovannini (Sd). I gruppi di sinistra hanno fortemente criticato la norma, parlando di «inciucio» tra Pd e Pdl per escludere le altre forze dal prossimo parlamento regionale. I partiti minori si sono opposti presentando numerosi emendamenti e provando a fare ostruzionismo. Ma la maggioranza, con l’appoggio del Pdl, ha presentato un «maxiemendamento» che ha permesso di arrivare al voto finale. Modificando anche norme contenute nello Statuto regionale (il numero dei consiglieri) sarà però necessaria una seconda lettura perché la legge possa entrare in vigore. L’Aula ha inoltre respinto la proposta di legge di Marco Montemagni (gruppo Misto), che prevedeva tra l’altro la riduzione a 51 consiglieri regionali (50 più il presidente della Giunta eletto); la soglia di sbarramento per gruppi di liste collegate ad ogni singolo candidato presidente che non abbia ottenuto il 3%; collegi uninominali; garanzia di rappresentanza per ciascuna provincia. “Questa proposta aveva l’obiettivo di ricostruire un forte rapporto tra eletti e territorio”, ha spiegato il consigliere.E’ stato il presidente Claudio Martini, che a suo tempo aveva promesso la riduzione dei consiglieri regionali, a chiudere il dibattito, focalizzandosi su tre concetti: “Primo – ha detto – non è vero che con questa legge passeremo dal bipolarismo al bipartitismo, anzi avremo comunque almeno sei o sette liste, espressione di più partiti. Secondo: non c’è nessuna volontà di autosufficienza, la questione delle alleanze è essenzialmente politica e a partire da settembre ci lavoreremo. Terzo – ha concluso – sulle preferenze servono una meditazione e una cultura molto maggiori, e se nella prossima legislatura si affrontasse questo nodo, sarebbe un ulteriore grande contributo della Toscana alle riforme”.“La Toscana sarà l’unica Regione a prevedere liste bloccate nella propria legge elettorale. Un fatto che umilia la democrazia” ha aggiunto Giuseppe Del Carlo (Udc), secondo il quale uno sbarramento al 3% poteva rappresentare un “giusto punto di equilibrio”. “Ci auguriamo che ci siano iniziative nella società civile – ha aggiunto – E respingiamo con forza l’accusa di chi sostiene che sarebbero in funzione di un ritorno a 65 consiglieri: il nostro gruppo ha proposto un’assemblea con 50 consiglieri”.“E’ una legge brutta e difficilmente gestibile, bipolare e bipartitica – ha affermato Luca Ciabatti (Rc) – Una legge che rinvia ad accordi laterali tra i partiti, con il listino che sarà arma di ricatto verso le forze politiche minori”. Secondo Ciabatti vengono “messi in discussione principi fondamentali della democrazia”, creando “aberrazioni”: “una coalizione con il 5% dei voti potrebbe ottenere il 35% dei consiglieri, mentre un’altra con il 10% potrebbe non ottenerne neppure uno se le sue forze componenti non raggiungono il 4% di sbarramento”.“E’ il frutto della decadenza culturale del maggior partito di maggioranza, che ha introdotto lo stratagemma dello sbarramento per eliminare componenti fondamentali della sua coalizione” ha dichiarato Eduardo Bruno (Comunisti italiani). A suo parere si “apre la strada ad una forma di presidenzialismo, con un solo uomo al comando”. “E’ una strada che non porterà a nulla – ha concluso – E’ un’autostrada costruita per la destra”.“La sinistra del futuro deve mettere in campo un pensiero nuovo, ispirato dal socialismo laico e liberale, per rilanciare un’alleanza che non può prescindere dal Partito democratico” ha replicato Pieraldo Ciucchi (Ps). “Ho sentito molto conservatorismo ideologico – ha aggiunto – Ci attendono nuove responsabilità, che non possiamo affrontare con la testa rivolta al passato”.“E’ un errore catastrofico, che apre una ferita difficilmente rimarginabile” ha affermato Fabio Roggiolani (Verdi), chiedendosi se in Toscana sia davvero mai esistito un problema di frammentazione all’interno della coalizione di maggioranza. “Ho sempre ammirato l’indipendenza socialista e la sua difesa di un’identità politica – ha detto ancora – Rivendico il diritto alla nostra ‘biodiversità politica’ ed a spazi di democrazia. Sinistra e libertà è nata proprio per questo”.“Sarà il congresso di Sinistra e libertà a chiarire se tutti abbiamo pensato davvero allo stesso progetto – ha replicato Giancarlo Tei (Ps) – I socialisti hanno sempre lavorato per costruire nel paese un soggetto riformista, ispirato alla politica del fare, capace di rivolgersi alla società nel suo complesso, agli imprenditori come ai lavoratori. Ci sono differenze che possono essere colmate, ma non possono essere taciute”.53 i voti a favore, 4 gli astenuti, su 57 votanti, per approvare la proposta di legge statutaria presentata da Alberto Monaci (Pd): modifiche agli articoli 6 e 35 dello Statuto regionale. La legge prevede che il Consiglio regionale sia composto da 53 consiglieri, fatti salvi gli effetti dell’applicazione della legge elettorale, e che gli assessori non siano superiori a dieci.“Voteremo contro con convinzione perché il potere di chi comanda, in questo caso il Presidente della Giunta regionale – ha detto Fabio Roggiolani (Verdi) – diventa assolutamente assoluto”. A favore si sono invece espressi Alessia Petraglia (Sd) e Aldo Manetti (Prci), che hanno affermato di votare con responsabilità, tenendo molto alla riduzione dei consiglieri, anche se hanno ribadito la loro contrarietà all’intero pacchetto elettorale approvato. Per l’astensione ha invece optato Marco Carraresi (Udc), che ha parlato di “legge statutaria non esattamente come l’avremmo voluta”.L’aula ha invece respinto la proposta statutaria a firma Eduardo Bruno e Paolo Marini (Pdci). Prevedeva che tutti i componenti della Giunta fossero scelti fra i consiglieri regionali. “Una proposta semplice – ha spiegato Bruno – per ridurre automaticamente il numero dei consiglieri e portare ad un riequilibrio dei poteri”.Decaduta la proposta Marco Carraresi, Giuseppe Del Carlo e Luca Paolo Titoni (Udc), perché in contrasto con quanto approvato. L’atto prevedeva il Consiglio regionale composto da 50 consiglieri, fatti salvi gli effetti dell’applicazione della legge elettorale, e che gli assessori, scelti tra i componenti del Consiglio regionale, non fossero superiori a dieci.