Toscana

CONSIGLIO REGIONALE, SI’ A ODG BIPARTISAN PER RIDUZIONE NUMERO CONSIGLIERI

Si è concluso con l’ approvazione di un ordine del giorno ‘bipartisan’, il dibattito sulla riduzione dei consiglieri regionali. Respinte invece dall’aula due analoghe pdl di modifica dello Statuto presentate rispettivamente dal capogruppo Pdci Luciano Ghelli e dal gruppo Udc. L’ odg, sottoscritto da maggioranza, opposizione e Prc, ad eccezione di Verdi, Udc e Pdci, si impegna a prevedere entro il termine del 30 aprile prossimo una significativa riduzione dei consiglieri regionali, procedere a un conseguente adeguamento del numero di assessori e a garantire un riordino degli enti regionali e una riorganizzazione complessiva del sistema degli incarichi a soggetti esterni all’amministrazione. All’ ordine del giorno contrari Pdci e Udc mentre si sono astenuti i Verdi. Per quanto riguarda la Pdl presentata dai Comunisti Italiani favorevoli Pdci e Verdi, astenuto il resto dell’aula che ha portato così a respingere il testo. Per la proposta di legge Udc, favorevole il gruppo che lo ha proposto, astenuti tutti gli altri gruppi ad eccezione dei Verdi che non hanno partecipato al voto. Anche in questo caso l’astensione di larga parte dell’aula ha comportato la mancata approvazione della proposta di legge. Ampio il dibattito in aula sulle pel di riforma statuaria per la riduzione del numero dei consiglieri e sull’ odg bipartisan, firmato da quasi tutti i gruppi, sulle spese e riorganizzazione della politica. Luciano Ghelli (Pdci) firmatario di una delle Pdl si è detto “soddisfatto pur sapendo che sarà bocciata. La mia intenzione, fin dall’inizio, era di riaprire la discussione sullo Statuto. La mia critica è soprattutto rivolta alla scelta presidenzialista, fatta col nuovo Statuto. Presidenzialismo vuol dire meno potere al Consiglio Regionale. E allora perché si aumentano i consiglieri regionali?”. Ghelli ha poi ricordato come “il 15 giugno Toscana Democratica, senza Rifondazione, aveva raggiunto un accordo, sul quale andare al confronto col Polo. C’era un tetto massimo di consiglieri e assessori, impegnativo per tutti : arrivare a 55 consiglieri e a 10 assessori. L’impegno è stato disatteso dopo la riunione col Polo e il tutto rinviato al 30 aprile 2008, senza impegni sui numeri”. Giuseppe Del Carlo (Udc), illustrando la sua proposta di legge, ha sottolineato che “la Toscana è entrata nel mirino non tanto per le indennità dei consiglieri regionali, tra le più basse in Italia, quanto per il fatto che sommando il numero dei consiglieri più quello degli assessori si arriva a un totale di 78 esponenti”. Dal capogruppo di Fi Maurizio Dinelli è invece partito l’invito ai presentatori delle proposte di legge di ritirarle. “Prendo atto – ha sottolineato Dinelli – che si chiede la riduzione del numero dei consiglieri con l’obiettivo di colpire il presidenzialismo. Io invece sono favorevole al presidenzialismo e non penso che questo tolga potere all’aula”. Per il capogruppo di An Maurizio Bianconi “la questione che oggi Ghelli impone è sul numero, ma qui non si gioca al lotto. La scelta del numero dei consiglieri non ce la siamo cavata dal cilindro per aumentare le poltrone come dice qualcuno, ma per garantire la rappresentanza territoriale anche alle province neglette”. L’ordine del giorno, “frutto di un lavoro serio di maggioranza e opposizione, è un ottimo documento e ci consentirà – ha detto il capogruppo dei Ds Paolo Cocchi – di programmare seriamente un lavoro che dia risposte alle esigenze della societa ma senza caccia alle streghe o all’untore”. “Certo la riduzione del numero dei consiglieri – ha aggiunto Cocchi – che sia a 50 con una forbice massima a 55, é senza dubbio un punto di ascolto della società, ma va costruita con un confronto serio che noi siamo disposti a fare nella primavera 2008”. Critiche a Ghelli sono arrivate dal capogruppo Sdi Pieraldo Ciucchi che ha contestato che nella riunione del 15 giugno fosse stato fissato un tetto per il numero dei consiglieri regionali. Pronta la replica del capogruppo Pdci, “non sono un bugiardo – ha sottolineato Ghelli – la prossima volta verrò alle riunioni con un notaio”. Monica Sgherri, capogruppo Prc, si è detta contraria alla riduzione dei consiglieri perché “per diminuire i costi della politica serve un intervento complessivo, ridurre solo i consiglieri non serve a risolvere le inefficienze e per questo è necessario un impegno serio e più ampio per il 30 aprile”. Il capogruppo della Margherita Alberto Monaci ha invece spiegato che “non esistono numeri magici, come sostenuto dalla Pdl del Pdci, ma dobbiamo affrontare un ragionamento completo e approfondito sul ruolo e le funzioni del Consiglio. Siamo fiduciosi di portare a termine una riorganizzazione e rivisitazione dell’apparato regionale. Non siamo contrari – ha aggiunto – alla riduzione dei consiglieri regionali, chiediamo solo che oltre a questo venga fatta chiarezza sul ruolo, funzioni e rappresentanza del Consiglio. Lavorando duro e con un forte spirito di collaborazione con l’opposizione, senza ricorrere a ‘mezzucci’ o ‘inciuci'”. Secondo Marco Carraresi, capogruppo Udc “se il Consiglio si appresta ad approvare un documento sottoscritto dalla maggioranza dei gruppi per una prossima riduzione dei consiglieri, nello stesso documento dovrebbe anche essere prevista una modifica della legge lettorale con ripristino del voto di preferenza”. Tra gli interventi anche il consigliere Bruna Giovannini (Ds) che esortato a “non dimenticare le quota rosa” e invitato a inserire nel documento una rappresentanza del 50% di donne. Per Fabio Roggiolani (Verdi) “non vogliamo dare un segnale nebuloso alla società toscana, per questo proporremo un emendamento per fissare la riduzione di almeno 10 consiglieri”. Nel dibattito é poi intervenuto Giancarlo Tei (Sdi) secondo cui “diminuire solo i consiglieri regionali sarebbe una mortificazione per quanti ci chiedono una riduzione dei csto della politica. Per questo abbiamo stilato un documento che prevede interventi seri e più ampi”. Critico sull’odg Paolo Marcheschi “il documento che andiamo ad approvare non lo vedo come un accordo bipartisan. E’ piuttosto una linea di credito che io apro verso chi alla scadenza dei termini previsti sarà chiamato ad usare le forbici e operare i tagli. E i tagli andranno fatti bene e con responsabilità o non farò più sconti per nessuno”. (ANSA).