Toscana

CONSIGLIO REGIONALE, SOLIDARIETA’ AL POPOLO SAHARAWI

Neanche la pioggia ha impedito lo svolgimento del sit-in di solidarietà con le vittime della repressione nei territori occupati dal Marocco nel Sahara occidentale che si è svolto questa mattina davanti alla sede del Consiglio regionale della Toscana, in via Cavour a Firenze, in occasione della giornata europea di digiuno e di solidarietà col popolo Saharawi. Al sit-in e al digiuno, per la cui organizzazione è stata delegata la consigliera Ambra Giorgi, hanno dato la loro adesione numerosi consiglieri regionali. In strada, mescolato fra i tanti manifestanti, anche Mohamed Dadi Elouali nella sua veste di rappresentante in Toscana del popolo Saharawi e del fronte del Polisario.

“E’ assurdo il silenzio che circonda ed offusca il dramma del popolo Saharawi”, ha detto la Giorgi. La quale ha aggiunto: “Bisogna alzare il velo di questo colpevole silenzio. Nessuno o quasi, ad esempio, sa che i territori occupati dal Marocco sono letteralmente circondati da una muraglia lunga 2 mila 400 chilometri ed alta cinque metri. E pochissimi sanno che da ormai trent’anni nel Sahara occidentale è in corso una resistenza popolare e non violenta per protestare contro la sistematica violazione dei diritti umani”. Quindi la Giorgi, che è anche presidente della Quinta commissione Attività culturali, ha precisato: “I Saharawi chiedono la fine dell’occupazione della propria terra da parte del Marocco e la possibilità di scegliere, con un referendum, il proprio destino in applicazione di quanto stabilito dalle Nazioni unite. Con questa giornata di digiuno e col sit-in intendiamo offrire tutto il nostro sostegno alla causa del popolo Saharawi”.

Da parte sua Dadi Elouali, a nome del popolo Saharawi, ha ricordato l’importanza di una giornata come quella di oggi. “Bisogna far conoscere al mondo il nostro dramma e in questo occorre continuità. La gente, in Europa e nel mondo, non sa a che livello di umiliazione dei diritti vive la nostra gente ed a quale tipo di repressione è esposta. E’ giunto il momento che tutto questo si sappia e che venga denunciato. Ci aspettiamo la solidarietà internazionale. E ci aspettiamo che la pressione dell’opinione pubblica europea e mondiale costringa il Marocco a concederci il referendum per l’autodeterminazione”. (cs-mc)