Toscana

CONSULTA, PARZIALMENTE INCOSTITUZIONALE LEGGE TOSCANA CONTRO DISCRIMINAZIONI SESSUALI

La Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente incostituzionale la legge della Regione Toscana n. 63 del 2004 dettante norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale. In particolare ha cancellato gli articoli 7 e 16 nella parte in cui prevedono: a) che ciascuno ha diritto di designare la persona a cui gli operatori sanitari devono riferirsi per ricevere il consenso e un determinato trattamento terapeutico (qualora l’interessato versi in condizione di incapacità naturale e via sia pericolo di grave pregiudizio per la sua salute); b) che la richiesta di un trattamento sanitario che abbia ad oggetto la modificazione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere deve provenire personalmente dall’interessato; c) che gli operatori commerciali appartenenti a determinate categorie non possono rifiutare la loro prestazione, o di erogarla a condizioni deteriori rispetto a quelle ordinarie (senza un “legittimo motivo”). Le disposizioni, hanno sentenziato i giudici della Consulta, incidono in una materia riservata, ex articolo 117, secondo comma, della Costituzione, alla competenza esclusiva dello Stato.

Secondo la Consulta, che ha depositato oggi il suo pronunciamento (sentenza (la n. 253) la delega ad altra persona del consenso ad un trattamento sanitario rientra nell’istituto della rappresentanza, materia dell’ordinamento civile riservata in via esclusiva allo Stato. All’ordinamento civile appartiene anche, con conseguente riserva allo Stato, ogni atto di disposizione del proprio corpo.

“L’impianto complessivo della legge toscana contro la discriminazioni sessuali rimane ben saldo e non viene scalfito dalla sentenza della Corte costituzionale che è stata oggi pubblicata e depositata in cancelleria”, ha commentato l’assessore alle riforme e alla partecipazione Agostino Fragai. “Il giudizio della Corte – prosegue l’assessore – è infatti largamente positivo e l’eccezione di incostituzionalità sul complesso della legge, la prima del genere in Italia presa a modello di recente anche dal Piemonte, è stata respinta. Certo sono stati cancellati alcuni articoli: ne prendiamo atto. E a questo punto auspichiamo che il Parlamento intervenga presto sulle materie che la Consulta ha giudicato non di competenza regionale”.