Toscana

COOPERATIVE IN TOSCANA, REALTA’ IN CRESCITA

Qualificare, innovare, puntare sul capitale umano, esplorare nuovi territori come la gestione dei servizi di utenza anche grazie a misure di sostegno sempre più mirate alle esigenze di un settore contraddistinto spesso dalla micro dmensione. Punti di forza e zone di criticità, qualità ed evoluzione dell’occupazione, effetti dei finanziamenti pubblici sul sistema toscano delle cooperative. E’ quanto emerge dalle ricerche realizzate per l’Osservatorio regionale della cooperazione che vengono presentate oggi in Regione nel corso di una conferenza stampa.

Le ricerche sono il secondo prodotto promosso dall’Osservatorio nato grazie alla collaborazione fra Regione, Unioncamere Toscana e le associazioni regionali delle imprese cooperative Legacoop, Confcooperative, Agci, Unci con l’obiettivo di approfondire la conoscenza di un settore che, con le sue 3.800 imprese, incide per circa il 4 per cento sull’occupazione regionale. Un settore che, con la sua peculiare fisionomia, aggiunge al complesso sistema economico toscano elementi di qualità sociale, partecipazione, solidarietà legati alla natura stessa del modello di impresa. E’ anche per questo che la Regione lo segue con particolare attenzione.

Dopo l’analisi della consistenza del sistema cooperativo presentata lo scorso anno, sono due i temi presi oggi in esame rispettivamente da Pier Angelo Mori, docente alla facoltà di economia e commercio dell’Università di Firenze e Franco Bortolotti, ricercatore dell’Ires Toscana. Il primo affronta il tema dell’impatto economico delle politiche di sostegno al settore, mentre il secondo studia più da vicino l’occupazione nei suoi aspetti qualitativi e quantitativi. Ciò che emerge nel primo caso è la necessità di puntare su provvedimenti più mirati, che servano a valorizzare il capitale umano, in altre parole a dare più peso alla formazione e alla riqualificazione degli operatori. Quanto ai settori di attività, l’indagine sottolinea come l’impresa cooperativa si dimostri lo strumento più idoneo per una gestione partecipata dei servizi da parte dei cittadini utenti. Dall’analisi dell’occupazione emergono con chiarezza i segni di specificità del sistema cooperativo, che danno forza al valore sociale del lavoro, contribuiscono alla creazione di nuova ricchezza e nuova occupazione, all’integrazione dei soggetti deboli. La crescita del movimento cooperativo in Toscana negli anni dal 1996 al 2002 ha significato un aumento dell’occupazione del 34,4%, in buona parte concentrato nei settori dei servizi.

L’altra faccia della medaglia è costituita dalla piccola e piccolissima dimensione della maggior parte delle imprese (quelle con meno di 9 dipendenti rappresentano l’80 per cento del totale) mentre il 90 per cento degli addetti si concentra in quelle di maggiori dimensioni che rappresentano appena il 20 per cento del totale.

“Le informazioni raccolte nelle due indagini – ha affermato l’assessore regionale alle attività produttive Ambrogio Brenna – costituiscono materiale prezioso per la messa a punto, da parte della Regione, di interventi ad hoc”. L’assessore ha ricordato come la Toscana sia stata la prima regione a sottoscrivere, la convenzione di subentro al contratto fra Coopercredito spa e ministero delle attività produttive e il protocollo integrativo che hanno permesso di sbloccare i finanziamenti della legge Marcora. Nel corso di quest’anno sono stati erogati 4 milioni e 33 mila euro. Gli interventi hanno riguardato 8 progetti per un investimento di oltre 8 milioni di euro che hanno interessato 505 lavoratori di cui 107 dipendenti non soci. Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche il nuovo sito della cooperazione realizzato all’interno del sito web della Regione Toscana: www.rete.toscana.it/cooperazione. Si tratta di una home page informativa sulle politiche regionali e di collegamento con il movimento cooperativo. (cs-bc)