Toscana

COREA DEL NORD, CHIUSI SENZA ACCORDO I COLLOQUI A SEI SUL NUCLEARE

Nessun accordo se non la promessa di rivedersi ancora. Così, senza sostanziali passi avanti, si è conclusa la conferenza ‘a sei’ di Pechino per risolvere la difficile crisi nucleare che coinvolge la Corea del Nord. Ai colloqui hanno partecipato Stati Uniti, le due Coree, Cina, Russia, Giappone. L’incontro si è chiuso senza una comunicazione congiunta, ma i diplomatici presenti concordano su un’implicita disponibilità da parte di tutti di riprendere i colloqui entro due mesi. Pyongyang e Washington, i principali attori di questa contesa, restano entrambi fermi sulle proprie posizioni. Il regime comunista di Kim Jong Il, che si sente minacciato da Washington, ribadisce come condizione la sottoscrizione di un ‘trattato di non aggressione’ da parte della potenza americana prima di rinunciare al proprio programma nucleare, la cui ripresa, scoperta dieci mesi fa, innescò la crisi. La Casa Bianca, convinta che il Paese asiatico abbia a disposizione uno o due ordigni nucleari, non accetta nessuna intimidazione e vuole l’immediato smantellamento del programma nucleare. La Cina – che esce dalla conferenza con molto credito acquistato nel ruolo di mediatore – ha positivamente sottolineato la messa in agenda di un prossimo incontro pure ammettendo di sapere già che i futuri colloqui non saranno più facili di quelli appena conclusi. Intervistato dalla BBC, Mohamed El Baradei, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) incaricata dall’Onu a vigilare sulla non proliferazione nucleare, ha descritto la strategia intrapresa dalla Corea del Nord come un “ricatto” nucleare per ottenere risultati politici e che, se accettata, rappresenterebbe un pericoloso precedente. Misna