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COSTITUZIONE EUROPEA: COMECE, TAPPA FONDAMENTALE MA PESA MANCATO RIFERIMENTO A RADICI CRISTIANE

“Una tappa fondamentale nel processo di integrazione europea”. Così il Comitato esecutivo della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea, riunitosi il 23 giugno a Roma, ha definito il nuovo Trattato costituzionale europeo. In una dichiarazione firmata dal presidente della Comece, mons. Josef Homeyer, vescovo di Hildesheim, e dai due vice-presidenti, mons. Adrianus van Luyn, vescovo di Rotterdam e mons. Hippolyte Simon, arcivescovo di Clermont, si legge che “la nuova Costituzione è più chiara e per questo più comprensibile ai cittadini. Essa prevede delle modalità più equilibrate per le procedure di voto. E’ stato trovato un compromesso che permette di tenere conto dell’uguaglianza degli Stati membri e della differenza numerica delle popolazioni”. La Comece esprime, inoltre, “grande soddisfazione” per il fatto che il Trattato, nell’art.I-2 “si menziona il rispetto della dignità umana come primo valore dell’Unione. Gli obiettivi dell’Ue si fondano sulla ricerca del bene comune europeo ed universale. Si può così sperare che l’Europa diventi sempre più una comunità di valori”. Positivo per la Comece “il riconoscimento dell’identità e del contributo specifico delle Chiese e delle comunità religiose all’interno dell’art. I-51”.

Quanto al preambolo, si legge nella dichiarazione, “salutiamo con favore la menzione dell’eredità religiosa dell’Europa anche se deploriamo il fatto che non si sia potuto trovare il consenso per riconoscere esplicitamente che questa eredità è segnatamente cristiana. Tale scelta potrebbe essere interpretata come una forma di disprezzo delle convinzioni di un numero importante di cittadini e mostra che l’Ue deve ancora interrogarsi sulla sua eredità e sulla sua identità. Invitiamo – conclude la Comece – i cristiani a familiarizzare con il Trattato ed in vista della ratifica chiamiamo i responsabili della politica, della cultura e dei media ad assumersi la responsabilità di presentare il Trattato ai cittadini perché possano meglio conoscere i valori e gli obiettivi dell’integrazione europea”.Sir

Europa, una Carta senza radici