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CUBA: AMNESTY INTERNATIONAL, RILASCIARE I DISSIDENTI ANCORA IN CARCERE

A cinque anni dalla più ampia repressione contro gli oppositori politici a Cuba, Amnesty International ha chiesto alle nuove autorità dell’isola di rilasciare immediatamente i 58 dissidenti ancora in carcere. “Sono cinque anni di troppo. L’unico reato commesso da queste 58 persone è stato il pacifico esercizio delle libertà fondamentali. Amnesty International ritiene siano prigionieri di coscienza e chiede il loro rilascio immediato e incondizionato”, ha dichiarato Kerrie Howard, vicedirettrice del Programma Americhe di Amnesty International. Un mese fa, l’organizzazione per i diritti umani aveva espresso apprezzamento per il rilascio di quattro prigionieri di coscienza e la firma, da parte di Cuba, del Patto internazionale sui diritti civili e politici e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali. “Il nuovo presidente cubano, Raul Castro, – prosegue Howard – deve dare continuità ai recenti passi avanti, affrontando alcune delle questioni più urgenti relative alla situazione dei diritti umani nel paese, tra cui la revisione giudiziaria di tutte le sentenze emesse al termine di processi iniqui, l’abolizione della pena di morte e l’introduzione di misure per garantire la libertà d’espressione e l’indipendenza della magistratura”.

“I discorsi politici razzisti contribuiscono a disumanizzare gli individui, a denigrare certi gruppi etnici, religiosi o culturali”, a rafforzare “i clichés e instaurare un clima propizio alle violenze razziste”. In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale (21 marzo) Consiglio d’Europa, Corte dei diritti dell’uomo, Ue e Osce uniscono le voci, indirizzando un messaggio alla classe politica. Le organizzazioni firmatarie “condannano unanimemente i discorsi che veicolano idee di superiorità fondate sulla razza, il colore, la lingua, la religione, la nazionalità”. “Ogni discorso razzista è contrario alla uguaglianza fondamentale tra tutti gli esseri umani”. La Giornata speciale ricorda i fatti avvenuti nel 1960 a Sharpeville, in Sudafrica, dove la polizia aprì il fuoco uccidendo 69 persone che prendevano parte a una manifestazione pacifica contro l’apartheid. Il messaggio 2008 si concentra soprattutto sul peso che i messaggi dei responsabili politici ottengono sull’opinione pubblica, influenzando il modo di intendere temi quali “l’immigrazione, l’integrazione e la lotta contro il razzismo”.

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