Toscana

Camp Darby: la Toscana rischia di finire in prima linea

di Andrea BernardiniDuemila abitanti tra personale militare statunitense, familiari, civili italiani e americani: una piccola città sulla costa toscana. Camp Darby, la base militare statunitense collocata tra Pisa e Livorno torna alla ribalta ogni volta che si sente odore di guerra. Il «Corriere della sera», pubblicando alcune informazioni contenute nel sito della fondazione americana GlobalSecurity.org, ha sollevato un vespaio: «Camp Darby, il più grande arsenale Usa all’estero» titolava lunedì scorso il quotidiano milanese. Il parlamentare ulivista e presidente di Legambiente Ermete Realacci ne ha fatto oggetto di una interrogazione parlamentare.

Ma quali attività si svolgono all’interno di Camp Darby? Come vivono questo momento militari e civili della base? E, in caso di attentati, quali pericoli corre la popolazione civile che abita nelle vicinanze?

Lo abbiamo chiesto ad Antonio Bacci, 42 anni, coordinatore nazionale dei sindacalisti Cisl del personale civile delle basi militari statunitensi in Italia.

L’AMBIENTE«La popolazione di Camp Darby, se si include il personale militare Usa, i familiari, i civili italiani e statunitensi, è di circa duemila persone – commenta Antonio Bacci –. I militari, 350 circa, sono equamente distribuiti tra esercito ed aviazione. I dipendenti civili italiani sono circa 580. Il personale statunitense di solito risiede all’esterno della base in appartamenti appositamente affittati dall’Amministrazione militare. I militari non sposati in alcuni casi vivono all’interno della base, ma, sinceramente, questi sono una minoranza. Come tutte le strutture militari, poi, anche Camp Darby è provvisto di una foresteria dove alloggia il personale in missione. Camp Darby è anche un riferimento costante per le ferie del personale statunitense di stanza in Italia e in Europa. Ha un proprio stabilimento balneare a Tirrenia, negozi, supermercati all’interno della base. Si calcola che ogni anno sia capace di calamitare oltre cinquantamila presenze sul territorio». LE ATTIVITÀ«C’è lo stoccaggio e la manutenzione di materiali, mezzi e munizioni. Camp Darby è un “sito” dell’esercito Usa (forse l’unico) dove equipaggiamenti, veicoli e munizioni sono custoditi all’interno della stessa installazione. Tutto l’occorrente viene da qui spedito alle unità che ne hanno bisogno. Non solo: è sicuramente l’unica base della regione Sud da cui è possibile spedire contemporaneamente materiali sia per mare che con aerei (oltre naturalmente a mezzo ferrovia, i binari entrano all’interno della base). Da qui, in circa due ore, attraverso il Canale dei Navicelli, con piccole imbarcazioni, è possibile far giungere un carico dalla Base ad una nave in rada a Livorno. I tempi si accorciano, spedendo dall’aereoporto di Pisa. Ma la base Camp Darby fa anche altro: supporto trasmissioni grazie al centro di Coltano, attività di carattere amministrativo e contabile, commerciale e ricreativo». I DIPENDENTICome vivono in questo momento i dipendenti della base?

«Mi interesso dei diritti dei dipendenti civili. Dopo i fatti dell’11 settembre i dipendenti civili italiani sono preoccupati per eventuali attentati terroristici. Sicuramente, la Base è un obiettivo sensibile. In ogni caso, il lavoro continua come di solito, anche se con qualche preoccupazione in più».

Quali pericoli in caso di attentato?

«In caso di attentato nell’area munizioni? Non ci dovrebbero essere pericoli per gli abitanti delle zone limitrofe. I cosiddetti “bunker” sono costruiti in modo da contenere eventuali deflagrazioni all’interno delle aree prestabilite».

Il sito di GlobalSecurity.org