Toscana

Carceri. Garante digiuna per problemi mentali detenuti

Corleone sottolinea un fatto che si è compiuto in questi giorni: «La Corte Costituzionale che va nelle carceri italiane a dire ai detenuti che hanno dei diritti- sottolinea-. È una cosa straordinaria. Noi garanti vogliamo affermare questo e vogliamo credere anche che la Costituzione debba essere il pilastro dell’azione quotidiana». Di contro, invece, l’intervento dell’esecutivo si è sostanziato con la firma dei decreti dello scorso 2 ottobre: «La speranza di una grande riforma per il carcere in Italia si è chiusa malamente- constata-. Ci sono provvedimenti minimi, bisogna ripartire con le norme che ci sono e che peraltro non sono applicate». Il punto dolente sul quale intende focalizzarsi, in questo momento, Corleone è il disagio psichico presente negli istituti di pena: «Nel decreto dell’ordinamento penitenziario c’era una norma minima che affrontava la questione- ricorda-. È stata stralciata. La situazione è molto grave». Alla carenza di disposizioni adeguate si aggiunge la rigidità della reazione del governo dinanzi alle tragedie, come accaduto a Roma: «Abbiamo avuto l’episodio di Rebibbia, dove una donna ha ucciso i suoi due figli- evidenzia-. Non ci si può nascondere, come è stato fatto, dietro la responsabilità della direttrice, che è stata licenziata. Va affrontato il problema delle norme».

L’ordinamento italiano dinanzi alla malattia psichica prevede un canale duplice. Chi ha commesso un delitto, ma è stato riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del reato deve essere inviato in trattamento in una Rems, vale a dire in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. In Toscana ne esiste già una a Volterra, mentre un’altra, a Empoli, dovrebbe aprire a Natale. Esiste, poi, un problema più generale di misure alternative che riguarda chi soffre di disturbi psichiatrici. La risposta non può essere trovata nelle Rems. «Le norme del codice – segnala il garante toscano dei detenuti – non riconoscono in questo caso le misure alternative». Servirebbero, dunque, delle sezioni psichiatriche dedicate. Anche dal punto di vista della struttura, tuttavia, non mancano i paradossi, come a Sollicciano, «nel quale la sezione psichiatrica è stata predisposta, ma non collaudata – fa sapere Corleone -. Quindi, gli 8 posti di assistenza psichiatrica sono vuoti». La questione è prettamente di salute. Di conseguenza, è il ragionamento del garante, a farsene carico deve essere il servizio sanitario gestito dalla Regione. Corleone chiede, a tal proposito, «all’assessorato alla Salute di affrontare la questione. Le sezioni dovrebbero avere una gestione esclusivamente sanitaria, non dovrebbero essere delle celle con una targhetta diversa, ma dei luoghi sanitari come un’infermieria».