Toscana

Caritas: Firenze; convegno diocesano “Le Tre Vie”

Dopo due anni di assenza, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza pandemica da Covid-19, sabato scorso è tornato il consueto appuntamento con il convegno diocesano organizzato da Caritas Firenze. Alla presenza di sua eminenza il cardinale Giuseppe Betori e di monsignor Marco Domenico Violatutti i volontari delle Caritas parrocchiali sono giunti dai 17 vicariati per assistere all’evento più importante dell’anno.  Un’occasione importante, una festa per Caritas Firenze che ha dato modo di ritrovarsi in amicizia e parlare di solidarietà. Un modo per ringraziare i propri volontari per il lavoro svolto in periodo difficile e tracciare la strada da seguire a favore dei più bisognosi.

Una strada tracciata, in occasione dei 50 anni di Caritas Italiana, da Papa Francesco con le “Tre vie” di solidarietà da seguire nell’aiuto ai più deboli e bisognosi. E che in occasione del convegno son state approfondite in tutti i loro aspetti dai nostri relatori sul palco di Spazio Reale. Ad occuparsi della “Via degli ultimi” è stato Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, il Servizio Missionario Giovani. “Gli ultimi, i più poveri tra i poveri sono stati davvero i nostri maestri. Dal 1964 ad oggi il nostro impegno è stato rivolto a loro. Ci siamo battuti perché non ci fosse un arricchimento incontrollato che andasse a sfavorire i più poveri. Noi abbiamo messo a disposizione la nostra vita per aiutare gli ultimi, e adesso a distanza di anni posso confermare che i poveri possono veramente essere i nostri maestri. Ci siamo ‘messi in gioco’ entrando nei carceri con l’unico obiettivo di aiutare gli ultimi e loro con consapevolezza, umiltà e speranza ci hanno insegnato molto. Ci hanno aperto gli occhi su quanto la vita possa essere ingiusta con i fragili e gli indifesi, colpevoli soltanto di essere nati nel luogo o nel momento sbagliato. La carità è la misericordia che va in cerca dei più deboli, che si spinge fino alle frontiere più difficili per liberare le persone dalle schiavitù che le opprimono e renderle protagoniste della propria vita, e che mano a mano fa conoscere le persone a cui hai teso la mano. L’altro lo vediamo solo se il cuore è libero e sgombero da imprevisti. Dal 1964 a oggi abbiamo aiutato milioni di persone e di questo devo solo ringraziare Giorgio La Pira che ha avuto fiducia in noi”. Sua Eminenza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha invece approfondito la “Via del Vangelo”. “Ricollegandomi alle belle parole di Ernesto Olivero, vorrei far capire che se non si parte dagli ultimi, dalla periferia, dove troviamo l’umanità più ferita, non possiamo parlare del Vangelo. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo. Se non partiamo dai poveri, se non ci immedesimiamo nelle loro sofferenze non comprenderemo niente. Dobbiamo allargare lo sguardo partendo dal povero che ci troviamo davanti e solo in questo modo potrò ricongiungere la periferia al nostro Centro. Bisogna cambiare un sistema che sembra rivolgersi al povero, ma che in realtà lo isola. In questi due anni l’impegno delle Caritas si è moltiplicato rivolgendosi anche a quelle nuove povertà che attanagliano il nostro mondo. Il nostro impegno non deve e non può cessare ora, nonostante le difficoltà sempre più numerose. Bisogna ripartire dalle testimonianze della carità. Dobbiamo rivolgersi sempre alla scoperta della sacralità del povero. Quindi abbiamo fatto tantissimo in questi anni, ma molto di più dobbiamo fare. I passi in avanti dalla nascita delle Caritas, grazie a Papa Paolo VI, sono stati enormi, ma dobbiamo continuare a percorrere questa via. Fatta di un amore umile, concreto ma non appariscente, che si propone ma non si impone. Una via fatta di amore gratuito, che non chiede ricompense”. Mentre la “Via della Creatività” è stata analizzata da Tiziana Ciampolini, Presidente di S-nodi, Associazione che accompagna le comunità locali a sviluppare economia sociale e solidale su misura del proprio territorio mettendo al centro la riduzione delle diseguaglianze. “Noi di S-nodi vogliamo dare un segnale di speranza per il futuro. La nostra è un’impresa sociale che accompagna la comunità ad apprendere le competenze necessarie per affrontare le sfide della vita. Cerchiamo di portare innovazione nella lotta alla povertà, a partire dall’economia civile. Il nostro è un distretto sociale in cui accompagniamo a uscire dalla povertà più di 10mila persone. Le più grandi persone sono quelle che hanno avuto le capacità di creare qualcosa di nuovo. Questa è creatività. E noi, adesso, dobbiamo imparare dai giovani, dai nostri figli. Da quelle nuove generazioni che con semplicità trovano soluzioni a problemi sociali e ambientali. Come mia figlia, Arianna, che si sposta con la borraccia per evitare di inquinare con la plastica. Dobbiamo prendere spunto dai giovani e dalla loro creatività”. 

Infine le parole del direttore di Caritas Firenze, Riccardo Bonechi: “Dopo due lunghi anni, finalmente abbiamo ritrovato i nostri. Loro sono il nostro punto di forza sul territorio, grazie al loro lavoro riusciamo ad aiutare e a venire incontro a tutte le difficili realtà presenti all’interno della Diocesi fiorentina che conta ben 17 vicariati. Per noi questa è stata una festa. Abbiamo condiviso la strada che dobbiamo seguire a favore del prossimo e dei più bisognosi. Ma soprattutto abbiamo condiviso quell’amore che ci spinge ogni giorno ad aiutare senza chiedere niente in cambio. Un ringraziamento particolare anche ai 27 studenti dell’istituto onnicomprensivo Buontalenti che nella loro divisa scolastica hanno servito, con grande professionalità e disponibilità, il buffet cucinato e preparato dall’ottima cucina del ristorante Acero Rosso sito nel complesso di Spazio Reale”.