Toscana

Carne di ungulati per solidarietà alimentare. Prima consegna al Banco alimentare toscano

“Partecipo con soddisfazione a questa prima consegna – dice la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – convinta del valore di un’iniziativa che ho tenuto a battesimo quando ero responsabile della sanità regionale e che oggi vede il suo coronamento, pienamente realizzata. L’impiego socialmente utile delle carni dei cinghiali abbattuti ci dà la possibilità di far fronte in parte all’emergenza ungulati e al tempo stesso di distribuire alle persone in difficoltà alimentare, un prodotto ad alto valore nutrizionale come la carne che fornisce proteine nobili. Oltretutto l’iniziativa si inserisce alla perfezione in un’ottica di economia circolare, che permette di ottimizzare le risorse del nostro territorio con un obiettivo non solo sociale ma ambientale”.

“Questa prima significativa consegna di carne di ottima qualità non è un gesto simbolico, ma un atto concreto e reale di aiuto alle fasce più deboli della nostra società – commenta l’assessore alla salute, Simone Bezzini-. E rappresenta anche un esempio di cooperazione e interazione tra enti e soggetti diversi, che hanno messo a disposizione la propria professionalità e il proprio impegno per realizzare questa iniziativa solidale. Sicuramente non è la prima volta che ci troviamo di fronte alla cessione in beneficenza della selvaggina, ma è la prima esperienza italiana, in cui viene strutturato e per così dire istituzionalizzato un percorso ufficiale e controllato del tutto sovrapponibile alle filiere agroalimentari di prodotti di alta qualità. Mi preme ringraziare il Banco Alimentare – prosegue – per l’impegno e lo sforzo organizzativo, che ogni giorno mette in campo, per distribuire generi alimentari, destinati al sostentamento dei bisogni essenziali delle famiglie e delle comunità toscane, con particolare riferimento ai soggetti più vulnerabili e in condizione di svantaggio o marginalità sociale amplificate dall’emergenza epidemiologica. Ringrazio, inoltre, il settore venatorio, in tutte le sue componenti, per il senso di responsabilità dimostrato e per l’impegno concreto fornito nel reperire la selvaggina, senza la quale ovviamente questa iniziativa non avrebbe mosso neanche un passo. Infine, permettetemi di esprimere la mia gratitudine al personale dei nostri uffici e delle Asl toscane per tutti gli aspetti tecnico-amministrativi, che hanno dovuto affrontare e dirimere, per consentire l’attuazione di questo progetto”.

“Siamo particolarmente contenti ed emozionati, perché oggi diamo inizio a un progetto che in modo concreto coinvolge più soggetti, che testimoniano la grande sensibilità della Toscana per il bene comune e verso chi ha bisogno di aiuto – afferma il presidente del Banco alimentare toscano, Leonardo Berti -. E’ un progetto dove ciascuno, facendo la propria parte, contribuisce a fare la differenza nella vita delle persone in difficoltà. Lavoriamo tutti insieme con lo stesso scopo e di questo siamo grati”.

L’iniziativa benefica, progettata e finanziata dalla Regione Toscana con la delibera di Giunta 1147 del 2020, consente l’introduzione concreta di alimenti dal grande valore nutrizionale (nel rispetto della sicurezza e igiene delle carni) nella dieta giornaliera dei soggetti vulnerabili e delle famiglie in difficoltà.

Questo progetto prevede il coinvolgimento di più enti e soggetti (cacciatori, amministrazioni, enti parco regionali, squadre di caccia al cinghiale, distretti di gestione degli ungulati, aziende faunistico venatorie, aziende agrituristiche venatorie), che potranno dare seguito a molte altre donazioni come quella di oggi.

Alla consegna odierna hanno partecipato, fra gli altri, il coordinatore degli Ambiti territoriali caccia toscani Roberto Vivarelli, e per i Lions toscani il governatore del Distretto 108 Giuseppe Guerra e il socio Massimo Casprini, dal momento che questi Clubs – in sinergia con il Banco e i Centri di lavorazione selvaggina coinvolti nell’iniziativa – hanno finanziato una fase post-produttiva che permette, attraverso il surgelamento, di allungare i tempi di conservazione della carne confezionata.

Sono intervenuti, inoltre, alcuni rappresentanti delle Aziende sanitarie locali, i dirigenti dei settori regionali interessati (Prevenzione collettiva e Attività faunistico-venatoria).

L’iniziativa: la filiera

I cacciatori consegnano capi di selvaggina agli Atc, che li forniscono ai Centri di lavorazione selvaggina, che li lavorano e confezionano (sottovuoto), per poi consegnarli al Banco alimentare, che li distribuisce a livello territoriale alle mense e ai market delle associazioni di solidarietà per i soggetti in difficoltà. Le Asl rimborsano con fondi regionali i costi sostenuti dei Centri di lavorazione selvaggina e garantiscono il rispetto degli standard di sicurezza alimentare.