Toscana

Caso il Forteto in Consiglio regionale: «La politica non sia ostaggio di automatismi burocratici»

«La cooperativa Il Forteto aveva i requisiti di accesso e anche la cosiddetta “moralità professional”, prevista dai bandi per partecipare e aggiudicarsi i finanziamenti regionali” e “interromperli sarebbe un atto illegale». Lo ha detto l’assessore ai trasporti Vincenzo Ceccarelli rispondendo in Consiglio regionale ad un’interrogazione presentata dai consiglieri Fdi Giovanni Donzelli (capogruppo) e Paolo Marcheschi (FdI) insieme a Marina Staccioli (Gruppo misto). L’interrogazione era dedicata ai contributi pubblici stanziati dalla Regione Toscana in favore de Il Forteto. Ceccarelli ha ricordato che i contributi percepiti dalla cooperativa Il Forteto si muovono nell’ambito di procedure concorsuali bandite sulla base del programma rurale della Toscana 2007-2013 per l’assegnazione di aiuti in favore degli imprenditori agricoli.

«La risposta fornita stamani in aula dalla Giunta regionale – osservano gli ex membri della speciale commissione d’inchiedsta del Consiglio regionale Mugnai, Bambagioni e Chincarini – risulta insoddisfacente. Secondo quanto dichiarato dalla Giunta, infatti, pare che la politica sia ostaggio degli automatismi ottusi della burocrazia. Ma, a nostro avviso la politica ha il dovere di esprimere il proprio giudizio a fronte di riscontri quali quelli emersi dal lavoro della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale che hanno portato il governatore Enrico Rossi a decidere che la Regione Toscana si costituisse parte civile al processo per maltrattamenti e abusi. Processo che si aprirà il 4 ottobre prossimo e che vede imputati i vertici della comunità, 23 persone in tutto tra cui Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi. Per non parlare delle sentenze passate in giudicato per reati specifici fino dagli anni Ottanta».

«I contributi in parola – continuano – sono stati erogati dopo che i fatti erano diventati pubblici. Noi riteniamo che la politica debba autonomamente scegliere di sospendere, in simili circostanze, il processo burocratico in corso senza che gli automatismi amministrativi la abbiano vinta sul buon senso».

«Gli orrori che sono accaduti all’interno del Forteto per 35 anni sono stati possibili anche grazie alla colpevole distrazione istituzionale. Una vicenda come quella del Forteto dovrebbe imporre alla politica maggior coraggio, quello di prendere una posizione netta. Purtroppo – concludono anche questa volta la risposta delle istituzioni è stata un arrampicarsi sugli specchi di inutili formalismi senza voler cogliere la sostanza del problema».