Toscana

Cave: Tar toscana «salva» Apuane. Rossi: cavatori si adeguino

Ieri è stata depositata la sentenza del Tar della Toscana con cui la prima sezione ha respinto il ricorso promosso da una società di escavazione delle Apuane contro il Pit, il piano paesaggistico approvato dalla Regione d’intesa con il ministero dei Beni culturali, riconoscendo la legittimità delle scelte operate da Palazzo Panciatichi sulle attività di cava.

«Il piano paesaggistico della Regione Toscana era stato impugnato dai cavatori – ricorda Rossi – i ricorsi sono respinti e il piano paesaggistico è legittimo nella disciplina dell’attività estrattiva. Sono legittimi il divieto di non cavare sopra i 1.200 metri, l’obbligo della valutazione di compatibilità paesaggistica, l’obbligo dei piani di bacino, la previsione dell’obiettivo della filiera corta». Insomma, conclude il presidente, «è un piano legittimo che i cavatori devono rispettare. È stato un grande lavoro, che ora dobbiamo continuare».

Secondo il Tribunale amministrativo, le disposizioni regionali sono legittime perché rispondono alle finalità previste dalla legge di impedire o ridurre le trasformazioni irreversibili dei tratti naturalistici delle montagne Apuane. Del resto, riconosce il Tar, «il piano non abroga l’attività estrattiva, ma la disciplina in relazione al forte impatto che essa assume nei confronti dei beni paesaggistici». Inoltre, il divieto di attività estrattiva sopra i 1.200 metri, che riguarda anche le cave sotterranee, mira a tutelare un aspetto del paesaggio, e non rileva solo l’aspetto esteriore della montagna, ma anche l’integrità delle sue falde acquifere e la stabilità dei versanti.

«Questa sentenza è la conferma della correttezza e legittimità dell’azione della Regione, che non vuole penalizzare le attività di escavazione, ma con lungimiranza ha voluto introdurre nuove regole che comportano una lavorazione maggiormente compatibile e rispettosa di un ambiente unico e non riproducibile», assicura Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale a Infrastrutture e governo del territorio. La Regione, rivendica, ha cercato «nel contempo di dare importanza al lavoro e di esaltare il valore aggiunto di una materia così preziosa come il marmo, attraverso una maggiore lavorazione in loco, volta anche ad accrescere l’occupazione. A questo punto ci aspettiamo che tutti rispettino regole che sono semplicemente regole di civiltà, oltre che di corretta operatività».