Toscana

Chiese storiche, una «carta» per arginare il degrado

di Riccardo Bigi«La Chiesa che è a Firenze ti dà il benvenuto con sincera amicizia e con il desiderio di aiutarti a comprendere il significato storico, artistico e spirituale del suo straordinario patrimonio culturale». Inizia così la «carta del visitatore» che nei prossimi mesi sarà offerta ai turisti e ai pellegrini che entrano nelle chiese storiche fiorentine. La carta offre informazioni sui servizi offerti, gli orari, le modalità di ingresso, ma anche un invito a rispettare il clima di silenzio e di decoro proprio dei luoghi sacri.

È una delle novità che nei prossimi mesi rivoluzioneranno l’accoglienza offerta dalle principali basiliche fiorentine, che ogni anno vengono visitate da migliaia di persone. Per rispondere a questo «assalto» quotidiano, e per mettere i visitatori in condizione di apprezzare il vero valore (religioso, oltre che artistico) dell’arte sacra, la Diocesi di Firenze ha promosso la creazione di un «coordinamento delle chiese storiche fiorentine» che riunisce, oltre alla cattedrale di Santa Maria del Fiore, le basiliche di San Lorenzo, Santa Croce, Santa Maria Novella, in attesa di coinvolgere cammin facendo anche altre chiese (Santissima Annunziata, Santo Spirito, San Marco…).

Per annunciare la notizia il cardinale Ennio Antonelli ha scelto l’occasione più solenne, la Messa nella festa del patrono, San Giovanni Battista. «Vogliamo aiutare i visitatori – ha affermato l’arcivescovo di Firenze – a vivere la sacralità delle chiese e delle opere d’arte in esse custodite: è impossibile percepire adeguatamente la loro bellezza se non si tiene conto dell’ambiente civile e religioso in cui nacquero, delle finalità liturgiche, devozionali, educative, alle quali erano destinati, del linguaggio di cui si servono, del messaggio teologico che intendono comunicare».

I contenuti dell’iniziativa sono stati illustrati in maniera più dettagliata il giorno dopo, in una conferenza stampa. Tra le iniziative in programma, spiega il direttore dell’ufficio diocesano per la catechesi attraverso l’arte, mons. Timothy Verdon, «ci sono anche la creazione di un centralino telefonico unico e di un sito internet per informazioni e prenotazioni. In progetto anche la creazione di uno o più “centri di accoglienza” con sale per conferenze, proiezione video e distribuzione di materiale informativo, per permettere ai visitatori di prepararsi nel migliore modo possibile. E ancora, corsi di formazione e qualificazione per il personale di accoglienza, che dovrà andare oltre i semplici compiti di custodia e vigilanza, e rapporti con il mondo della scuola, in modo che le visite scolastiche vengano realizzate secondo un preciso calendario e siano precedute da incontri e lezioni». «Il coordinamento delle chiese storiche – prosegue mons. Verdon – punta essenzialmente ad agevolare i rapporti delle chiese membri tra di loro e con i turisti, con le guide professioniste, con le scuole, con la cittadinanza; e a costituirsi nuovo soggetto interlocutore nel necessario confronto con le istituzioni».

La diocesi, gli ordini religiosi e le «fabbricerie» responsabili della gestione e della manutenzione delle chiese coinvolte hanno anche stilato un documento comune, in cui si spiegano le motivazioni di questa iniziativa e il percorso comune per i prossimi mesi. «Le Chiese – recita il documento – non sono musei, ma luoghi vivi da ricollegare anzitutto ai quartieri in cui nacquero, luoghi che testimoniano le profonde e feconde relazioni intercorse tra la Chiesa, gli Ordini religiosi, la società e la cultura». È da queste riflessioni che nascono anche le norme rigorose che i visitatori dovranno rispettare. «Vogliamo che il visitatore – spiega il documento – attraverso un comportamento adeguato e un contegno rispettoso, possa compiere un percorso che vada in profondità e sappia raccontare la storia di questi luoghi, dove l’esperienza umana del fatto cristiano si è resa tanto evidente da plasmare anche il tessuto cittadino». Per far rispettare il clima di silenzio all’interno delle chiese, in alcuni casi sarà usato anche un sistema di auricolari per i gruppi, in modo da evitare che le guide debbano parlare ad alta voce per farsi sentire da tutti. «Non si tratta – spiega Giuseppe De Micheli, segretario dell’Opera di Santa Croce – di imporre divieti, ma di creare un clima in cui venga naturale rispettare certi comportamenti».

L’ultimo punto affrontato riguarda le piazze storiche che circondano le basiliche: «Gli spazi antistanti le chiese, le piazze, oggi non hanno alcun legame funzionale, nessun dialogo, nessuna relazione con il progetto che vorremmo costruire. I sagrati delle chiese costituiscono oggi una sorta di “terra di nessuno” che induce, per l’uso che ne viene fatto, ad una certa indifferenza alla presenza di una chiesa marcando ancor più il confine tra uno spazio pubblico ed uno spazio privato estraneo ai più». Il progetto mira quindi anche a promuovere un confronto con enti e istituzioni per costruire insieme un percorso di riqualificazione anche di questi spazi.

La scheda: i cinque passi del progetto

Il percorso per la costituzione di un coordinamento delle chiese storiche fiorentine durerà circa un anno e si articola in un programma operativo che prevede cinque passi concreti.

1) Il primo passo saranno incontri con la pubblica amministrazione, le istituzioni locali, gli operatori turistici, le associazioni, per promuovere su questo progetto un ampio confronto.

2) In autunno inizieranno i corsi di formazione per il personale di accoglienza, che dovrà svolgere nelle chiese storiche non solo funzioni di custodia e di vigilanza, ma dovrà anche essere in grado di offrire a gruppi, famiglie e singoli visitatori informazioni pratiche e di illustrare il valore storico, artistico e religioso delle chiese e delle opere d’arte in esse contenute

3) In autunno saranno avviati anche rapporti con il mondo della scuola, in modo che le visite scolastiche vengano realizzate secondo un preciso calendario e siano precedute da incontri e lezioni, in modo da rendere più efficace e ordinata la visita stessa.

4) Nel corso dell’inverno, sarà perfezionata la collaborazione tra le diverse chiese storiche per creare punti di informazione unificati: un centralino telefonico comune in grado di fornire notizie, orari, prenotazioni; un sito internet con notizie di carattere storico e pratico; alcuni centri di accoglienza con sale per conferenze, proiezione video e distribuzone di materiale informativo, per consentire ai visitatori di prepararsi nel migliore modo possibile.

5) Nella prossima primavera (stagione che segna l’inizio dei grandi flussi di visitatori) sarà disponibile la «carta del visitatore», che informerà sui servizi offerti nei vari luoghi, sulle modalità d’ingresso, sulle norme di comportamento richieste, sulle barriere architettoniche, e su quanto altro possa risultare utile al momento della scelta dei percorsi da seguire. Per mantenere il clima di silenzio all’interno delle chiese, saranno usati appositi sistemi di audio guide. Durante i percorsi di preparazione che precedono la visita saranno spiegati anche i motivi per cui viene richiesto, al’interno delle chiese, un abbigliamento conveniente e comportamenti rispettosi ed adeguati.

Il «benvenuto»ai visitatoriLa «carta del visitatore» servirà a dare informazioni e a far conoscere le norme da rispettare all’interno delle chiese, ma anche a favorire una visita utile e fruttuosa. Ecco il testo con cui la Diocesi di Firenze darà il «benvenuto» a turisti e pellegrini.

La Chiesa che è a Firenze ti dà il benvenuto con sincera amicizia e con il desiderio di aiutarti a comprendere il significato storico, artistico e spirituale del suo straordinario patrimonio culturale. Storia, cultura e fede del popolo fiorentino, di cui i grandi artisti si sono fatti interpreti, hanno creato mirabili capolavori di architettura, scultura e pittura. È impossibile percepire adeguatamente la loro bellezza se non si tiene conto dell’ambiente civile e religioso in cui nacquero, delle finalità liturgiche, devozionali, educative, alle quali erano destinati, del linguaggio di cui si servono, del messaggio teologico che intendono comunicare. Soprattutto è necessario essere aperti e attenti all’anelito dello spirito umano verso l’infinito, al cammino personale e comunitario verso l’incontro con Dio, mistero di amore, trascendente e nello stesso tempo rivelato e operante nella storia. A chi è ben disposto, gli edifici e le opere d’arte parlano con un linguaggio che coinvolge sensibilità, immaginazione, intelligenza e affettività, ridesta memorie, schiude prospettive di speranza, lascia intravedere lo splendore del vero e del bene, quasi un riflesso di Dio sulla terra. Proprio per consentirti di ascoltare e lasciar risonare nel tuo cuore tale linguaggio, ti vengono date, in questa carta, informazioni, suggerimenti, indicazioni da utilizzare nella visita. Nel varcare la soglia di questo edificio sacro ricordati che non stai entrando in un museo, tanto meno in una piazza, ma in un luogo di preghiera. Assumi un atteggiamento di rispetto e di raccoglimento meditativo. E allora la pura gioia della bellezza germoglierà in te.

Le quattro basiliche del coordinamentoCattedrale e BattisteroL’edicato a Santa Maria del Fiore e costruito sui resti della precedente cattedrale di Santa Reparata (IV-V sec.), il Duomo di Firenze, fu iniziato l’8 settembre 1294, su progetto di Arnolfo. Nel 1334 Giotto prese la direzione dei lavori e progettò il Campanile. Filippo Brunelleschi finì nel 1434 i lavori della cupola inventando un nuovo metodo di costruzione. Fu consacrata da Eugenio IV il 25 marzo 1436. Per dimensioni è la quarta chiesa più grande del mondo. Il suo ampio interiore mostra pitture, sculture e vetrate di maestri rinascimentali come Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Lorenzo Ghiberti, Luca della Robbia, Baccio Bandinelli, Giorgio Vasari e Federico Zuccari (affreschi della cupola). La facciata, opera di Emilio De Fabris, fu costruita tra il 1871 e il 1887, al posto di quella arnolfiana rimasta incompiuta. Del complesso monumentale fanno parte anche il battistero ottagonale (ingresso a pagamento) con i suoi splendidi mosaici (XIII sec.) e le porte del Ghiberti e il Campanile di Giotto. L’ingresso in Duomo è gratuito ma contingentato; a pagamento le visite della Cupola, del Campanile e del Battistero. Basilica di San LorenzoConsacrata nel 393 da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, fu cattedrale prima del Battistero e di Santa Reparata. Ricostruita in epoca romanica, fu consacrata nel 1059. Nel 1418 i Medici la fecero ristrutturare da Filippo Brunelleschi, che nel 1421 progettò la sagrestia «vecchia» e l’intera chiesa, terminata nel 1461 da Antonio Manetti. A Michelangelo Buonarroti si deve la Sagrestia Nuova e la Biblioteca, e il progetto della facciata esterna, mai eseguita. All’interno sono presenti grandi opere d’arte come i due pergami bronzei di Donatello o l’«Annunciazione» di Filippo Lippi. Cappella dei Principi e Sagrestia Nuova fanno parte del Museo delle Cappelle Medicee, mentre con un altro biglietto si accede alla chiesa e alla Sagrestia Vecchia. Basilica di Santa Maria NovellaChiesa domenicana, iniziata nel 1279 e completata nella metà del Trecento, ha un interno gotico-cistercense, a tre navate con ampie campate e coperture a volte con archi a sesto acuto. Al suo interno rimangono opere d’arte di grandi artisti come Nardo di Cione, Ghirlandaio, Orcagna, Masaccio, Brunelleschi, Filippino Lippi, Andrea di Bonaiuto (Cappellone degli Spagnoli), Paolo Uccello. La facciata fu completata tra il 1456 e 1470 da Leon Battista Alberti. Nel 1439 ospitò il Concilio di Firenze e il papa Eugenio IV. Una parte dell’ex convento con i chiostri è museo comunale d’arte sacra. Da alcuni anni è previsto un ticket per i visitatori. Basilica di Santa CroceLa basilica, che la tradizione assegna ad Arnolfo di Cambio, fu edificata dal 1295, nel luogo dove, attorno al 1210, i primi frati francescani giunti a Firenze avevano eretto un piccolo oratorio. L’interno grandioso, in stile gotico fiorentino, è uno scrigno d’arte e di storia a partire dagli affreschi di Giotto e al crocifisso di Cimabue. Ben presto divenne luogo di sepoltura dei «grandi» (come Michelangelo, Galileo, il Foscolo) a memoria dei quali vennero eretti preziosi monumenti, rendendo la chiesa una sorta di Pantheon delle memorie civiche della storia umana. La facciata di Nicola Matas è ottocentesca. Un unico biglietto permette la visita del museo dell’Opera (con la brunelleschiana Cappella dei Pazzi), dei chiostri e della chiesa. SienaTicket contro il turismo fai-da-teTurismo fai da te? No, nelle chiese del senese non si può. Parafrasando un noto slogan pubblicitario potremmo sintetizzare così la nuova linea adottata, su suggerimento dell’arcivescovo, monsignor Antonio Buoncristiani, nella diocesi senese. Da qualche tempo, infatti, è stata presa la decisione di separare in modo netto i momenti dedicati alla visita turistica da quelli dedicati al culto. Ciò avviene in particolare in quelle chiese, Duomo in testa, che si distinguono per essere veri e propri scrigni di tesori.

Dallo scorso 15 aprile, ad esempio, nella Cattedrale di Siena è stato disciplinata in maniera più rigorosa la visita turistica. Il grande afflusso di visitatori che negli ultimi anni ha caratterizzato le estati senesi ha infatti coinvolto inevitabilmente soprattutto la Chiesa madre di Siena che, sebbene negli anni abbia efficacemente fatto rispettare alcune regole comportamentali, invitando i visitatori, ad esempio, ad un abbigliamento più consono attraverso l’utilizzo di apposite mantelline oppure introducendo un controllo accessi che garantisce ancora oggi il numero massimo di 700 come limite invalicabile di presenze, spesso si è trovata a dover gestire movimenti tali che né garantivano agli appassionati il godimento delle opere d’arte né offrivano la possibilità a tutti i fedeli di potersi raccogliere in preghiera.

È per questo che, rispettando le esigenze di chi vuole comunque accedere alla Cattedrale per pregare, magari davanti all’immagine della Madonna del Voto, dallo scorso 15 aprile il Duomo di Siena dalle 10,30 alle 19,30 prevede un ingresso a pagamento (3 e). Una decisione tutto sommato ben accolta in città al punto tale che è stata estesa ad altri prestigiosi luoghi di culto come la chiesa di Sant’Agostino ma anche il Duomo di San Gimignano dove, grazie alla costituzione di una cooperativa si è potuto meglio organizzare il flusso turistico. Ciò ha coinvolto anche i vari sagrati intorno ai quali non è possibile trattenersi per bivaccare o prendere il sole come talvolta avveniva in passato. Insomma sulla scia delle più belle tradizioni del passato che spinsero tanti artisti a rendere così belle le chiese senesi, anche oggi il turista è invitato ad un maggior rispetto di quei luoghi che sono, per credenti e non, segno tangibile ed espressione di una fede viva ed autentica.Roberto Romaldo LuccaSenza custodia troppi rischiTanti sono i turisti che ogni giorno si riversano nelle chiese di Lucca, ognuno con un modo proprio di visitarle; alcuni con preparazione e gusto per l’arte, altri solo per curiosità, spinti dal fenomeno del turismo di massa. Purtroppo, osservando i comportamenti di tanti, che ogni giorno affollano le chiese del centro, c’è da domandarsi quanto sia avvertito che le monumentali basiliche sono uno spazio privilegiato dello spirito e del dialogo con Dio; o piuttosto la mancanza di silenzio, l’uso dei flash o delle luci temporizzate poste di fronte alle opere principali, la voce della guida, il modo di vestire, l’acquisto di souvenir danno l’impressione che i turisti non si rendano conto di trovarsi in luoghi di preghiera. Ma c’è anche il rischio che le chiese possano essere oggetto di vandalismo. «È comprensibile, dichiara Maria Pia Bertulucci, la referente dei Musei ecclesiastici per la Toscana, che le nostre chiese sono spesso assai più ricche di un Museo e soprattutto hanno opere che, collocate nel contesto per cui sono state create, parlano e toccano il cuore assai più che in un asettico allestimento museale. Per questo dico: riflettiamo e pensiamo ai rischi a cui le chiese sono sottoposte, anche a Lucca. I fatti accaduti nei mesi scorsi in alcune chiese del centro spingono a dotare le chiese di un sistema di accoglienza e custodia».

C’è il problema della custodia degli edifici che dovrebbe essere affidata a persone preparate, che assieme agli interessi culturali abbiano a cuore le esigenze di culto e di evangelizzazione per cui queste opere sono state realizzate.

«Siamo convinti – ci dice mons. Chicchi, vicario generale della Diocesi di Lucca – che la chiesa debba tornare ad essere, prima di tutto, un luogo di preghiera. Spesso la visita ad una chiesa, e alle opere d’arte che contengono, costituisce un’occasione per una proposta di fede e un dialogo con i lontani. Ma le nostre chiese devono essere riscoperte anche dagli stessi lucchesi».U. P. PisaFacciate usate come tazebaoArduo stabilire se la protesta abbia matrice anticlericale o, più probabilmente, sociopolitica in generale o, quasi sempre, sia solo frutto di deficienza: in ogni caso, anche le chiese monumentali del centro storico di Pisa non sfuggono ai quotidiani vandalismi ed atti di cialtroneria, causa di un dilagante degrado.

Dall’agostiniana chiesa romanica di San Nicola – sulla suggestiva via Santa Maria – che porta ancora sul verrucano e sul portale della facciata i resti delle uova di vernice rossa lanciati durante una protesta studentesca alla nevralgica Sant’Antonio – a due passi dalla Stazione centrale – la cui fiancata, fresca di ritinteggiatura, inneggia con megaslogan contro la Nato e Camp Darby. A Santa Cristina – il centralissimo santuario cateriniano sul lung’Arno – la fiancata invece ospita il pensiero di chi preferisce le case alle chiese, così come deturpazioni attaccano i prospetti della chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri (monumento nazionale) sull’omonima piazza, di cui recentemente si è anche cercato di bruciare le ante della controporta centrale.

Anche la fiancata della chiesa dell’Università di Sant’Anna non è sfuggita alla tinta dei nuovi «amanuensi», mentre – pur avendo salvato la facciata fresca di restauro – il Carmine, sul corso Italia, vede lo scempio quotidiano, sul sagrato, della statua marmorea a Nicola Pisano (S. Salvini, XIX secolo) che ha reso necessarie tre ripuliture negli ultimi otto anni. Resistono bene, per ora, le magnifiche facciate romanico gotiche di Santa Caterina d’Alessandria e San Michele in Borgo, i cui prospetti laterali – incassati tra altri edifici – non corrono rischi. Così come gli stupendi frontali di San Frediano, la chiesa universitaria, e di San Pietro in Vinculis, vetusta sede dei Canonici lateranensi: ma ambedue i templi romanici hanno da poco inaugurato imponenti restauri.

Ma il degrado non è solo questo: sono gli angoli bui, usati di notte come orinatoi; la sporcizia del turista e del residente; i manifesti funebri su facciate; i cartelli turistici illustrativi divelti o rubati o quelli stradali appiccicati, invece, alle absidi e alle lesene; o le auto parcheggiate a ridosso delle facciate, quando il Comune non le ha potute delimitare.Mauro Del Corso

TURISMO, LA CRISI E’ SUPERATA, MA LA RIPRESA E’ ANCORA LENTA