Toscana

Condanne pesanti per la morte di Duccio Dini, il giovane fiorentino travolto da auto in corsa durante un inseguimento

Per tutti le accuse erano di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di Dini e di tentato omicidio di un altro cittadino rom, obiettivo dell’inseguimento legato a un regolamento di conti. La condanna più pesante per Kjamuran Amet che doveva rispondere anche di tentata violenza privata. Una pena di 25 anni è stata inflitta poi agli altri quattro condannati: Remzi Amet, Remzi Mustafa, che era alla guida della Volvo che travolse Dini, Dehran Mustafa e Antonio Mustafa. Assolti Kole Amet ed Emin Gani: si trovavano su un furgoncino che aveva partecipato solo a una fase iniziale dell’inseguimento perchè si era poi bucata una ruota.

“Se uno compie un reato deve pagare per quello che ha fatto”. “La sentenza ci soddisfa, per quanto si può essere soddisfatti, perchè è un bel segnale”. Così Luca Dini, il padre di Duccio. All’uscita dell’aula bunker, dove si è svolto il processo davanti alla corte d’assise, la famiglia Dini è stata accolta da un lungo applauso degli amici di Duccio.“Le sentenze giuste a volte sono quelle più severe”, il commento dell’avvocato Neri Pinucci, legale dei genitori di Duccio Dini.“Sentenza importante, che ha inasprito le pene richiesto dal pm, non c’è da esultare ma solo da essere vicini alla famiglia che stringiamo in un abbraccio” ha detto il vicesindaco Cristina Giachi, presente in aula: Palazzo Vecchio si è costituito parte civile. Giachi ha anche spiegato che dopo la sentenza il sindaco Dario Nardella ha chiamato il padre di Duccio.