Toscana

Consiglio regionale: via libera a razionalizzazione sulla spesa sanitaria

Via libera a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana alla legge che detta misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria e alla risoluzione collegata. Hanno votato contro i gruppi di opposizione (Pdl, Udc, Più Toscana) e i consiglieri del gruppo Misto Locci e Staccioli. «La proposta di legge sulle misure di razionalizzazione della spesa sanitaria si inserisce in un momento complicato e difficile», ha affermato il presidente della commissione Sanità e politiche sociali Marco Remaschi (Pd) che ha illustrato l’atto in aula. Su un budget di spesa sanitaria di 6 miliardi e 700 milioni, nei prossimi tre anni la Toscana dovrà ridimensionare le risorse per circa 750 milioni di euro, in un contesto che va dalla spending review alla legge di stabilità, e che si inserisce nel percorso del Piano sanitario e sociale integrato.

«Questa proposta di legge è un pezzo importante del Piano, perché va ad incidere sulla spesa farmaceutica e i dispositivi medici, sulla razionalizzazione della rete ospedaliera, sull’accorpamento legato all’emergenza-urgenza, sui privati accreditati sia per la specialistica ambulatoriale che la spedalità – ha sottolineato Remaschi – è un pò una legge quadro che traccia le linee del percorso e che come commissione, in tempi davvero stringenti, abbiamo contribuito a migliorare».

«Ci siamo dati obiettivi più ambiziosi del Decreto Balduzzi – ha commentato il presidente – andando a incidere sulla rete territoriale, con particolare attenzione ai presidi insulari e montani». In tema di emergenza-urgenza Remaschi ha inoltre ricordato la riduzione a 3 delle centrali del 118, una per area vasta, per concludere con una riflessione sui provvedimenti attuativi della stessa legge.

Ad aprire il dibattito sulle misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria il vicepresidente della IV commissione Stefano Mugnai (Pdl), che è partito dalla proposta di risoluzione e quindi dal bisogno «anche da parte della maggioranza, di difendere le prerogative del Consiglio regionale su una materia così importante, la cui genesi è stata un pò confusa: in poche settimane ci siamo trovati a licenziare una legge che costituisce il pezzo di un Piano, cui abbiamo dedicato tempo e impegno». Scendendo nel merito: «la commissione ha cercato di migliorare il testo, ma è difficile farlo laddove si parte male o addirittura si è già superati – ha commentato il consigliere – portando in aula un fascicoletto con lettere di alcuni direttori generali che vanno a ridurre del 25 per cento i contratti con le strutture private». In tema di tagli ai posti letto: «invidio l’ottimismo di Remaschi», ha commentato Mugnai, chiudendo il proprio intervento sulla governance: «non voler mette mano alla governance in questa aula non può certo renderci ottimisti».

Per Marco Carraresi (Udc) questa proposta di razionalizzazione «non è una legge quadro, la legge quadro è la 40, che negli anni è stata modificata e direi quasi impallinata – ha esordito – e ciò la dice lunga sulla situazione in divenire ma anche sulla urgenza di cambiare». Da qui l’«insoddisfazione» per la proposta di legge di razionalizzazione, «che non va a incidere sulla legge quadro e si limita a interventi minimali: ci voleva oggi molto più coraggio se intendiamo salvare il futuro della nostra Regione e non ritrovarsi il prossimo anno a parlare di commissariamento della sanità toscana». Da qui l’invito al confronto in vista di proposte concrete, come il termine del 31 marzo, «data fatidica entro la quale la Giunta dovrà presentare una proposta complessiva di riordino della sanità in Toscana». «Se l’aula voterà questo emendamento io darò il mio appoggio alla legge – ha assicurato Carraresi – dando prova della volontà di andare avanti, senza false ipocrisie e dimostrando la volontà di cambiare».

«Al di là delle ipocrisie, prima di andare a scaricare sui servizi, dando magari il colpo di grazia alla sanità privata, occorre far dimagrire la struttura elefantiaca, incidendo sulla macchina burocratica di regime», ha commentato Dario Locci (Gruppo misto). Il consigliere ha inoltre ricordato di aver presentato, insieme alla collega Marina Staccioli, due ordini del giorno: uno sull’Estav e altro sulle Società della Salute, «carrozzoni» sui quali intervenire, «se esiste davvero la volontà di fare sul serio».