Toscana

Consulta, sì a legge su agevolazioni a chi finanzia cultura. Bugli e Scaletti: «Bella notizia per Toscana»

“Una buona e bella notizia per la Toscana – commentano soddisfatti gli assessori a bilancio e finanze, Vittorio Bugli, e cultura, Cristina Scaletti –, che sarà utile anche alle altre Regioni”.

In base alla sentenza questo tipo di agevolazioni fiscali non possono dunque essere precluse alla Regione, per le quali è anzi possibile, come peraltro stabilisce la normativa statale in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, modificare le aliquote con propria legge, disponendo esenzioni, detrazioni, deduzioni che non siano in contrasto con le legge dello Stato e con le normative comunitarie.

“Ora – puntualizza Bugli – ciascuna Regione a statuto ordinario, a partire dal 2013, potrà anche, con propria legge, ridurre le aliquote Irap fino ad azzerarle e disporre deduzioni dalla base imponibile. Investire in cultura ora sarà più facile e farà bene a tutti: alla collettività, che potrà avere una chance in più per arricchirsi con nuove iniziative culturali e mantenere meglio il suo meraviglioso patrimonio culturale e paesaggistico, e al privato, che investendo in questo potrà trovare utilità. Certamente questo non risolve il problema di ristabilire la dignità e l’importanza della cultura nel nostro Paese, né tanto meno solleva lo Stato dall’assumersi fino in fondo le sue responsabilità. Ma questo strumento può comunque aiutare e siamo orgogliosi che questo possa avvenire per iniziativa della Toscana”.

“Questa sentenza – sottolinea Scaletti – certifica, anche sul piano della legittimità costituzionale, una scelta di grande valore politico e di vera e propria svolta. In un paese tradizionalmente poco amico di chi investe in cultura, abbiamo voluto legare virtuosamente  sostegno alle attività culturali e politica fiscale, dimostrando che contribuire alla valorizzazione del patrimonio artistico e sostenere la creatività è cosa che fa bene all’economia e alla vita civile e sociale della comunità. E’ la stessa filosofia che ci ha portato, pur in presenza dei pesanti tagli statali, a non togliere un euro alla cultura in Toscana e che il Governo farebbe bene a fare propria”.