Toscana

Coronavirus. allarme povertà. A Pisa crescono le persone seguite da Caritas

E’ proseguito incessante l’impegno della Caritas di Pisa anche dopo l’entrata in vigore del decreto “Resto a Casa”, accanto a chi fa più fatica: 1.222, le persone seguite dai servizi dell’ufficio per la pastorale della Carità. L’11,1% di esse, pari a 136 persone, sono i cosiddetti “nuovi poveri”, ossia uomini e donne totalmente sconosciute alla rete dei servizi Caritas che accompagna circa 1.600 persone all’anno. “In pratica una persona su dieci fra quelle che seguiamo in questi giorni non la conoscevamo”, sintetizza il direttore don Emanuele Morelli, nel lanciare un appello affinché vengano subito adottate misure di contenimento delle conseguenze economiche e sociali della pandemia.

“Almeno guardando a queste prime settimane, sembrano essere tre i nuovi profili, ma è un fenomeno che purtroppo è destinato ad evolversi e quindi necessita di essere monitorato”, sottolinea don Morelli. Fra questi ci sono: “coloro che vivono in abitazioni precarie, non abituali frequentatori delle strutture Caritas, cha hanno fatto raddoppiare gli accessi alle mense, riconvertitesi in centri di distribuzione; i cosiddetti giostrai e il mondo del lavoro ambulante”: “Al momento – afferma don Morelli – seguiamo 18 nuclei per un totale di 81 persone: oltre la metà di questi non ci avevano mai cercato”.

Il tutto a fronte di una notevole riduzione dei volontari: “In due settimane siamo passati da una squadra di 278 persone, fra operatori, giovani in servizio civile e soprattutto volontari ad una di appena 29. Abbiamo dovuto sospendere l’attività della mensa di San Francesco, ma Cottolengo e Santo Stefano Extra Moenia continuano a funzionare, sia pure come centri di distribuzione, al pari della Cittadella della Solidarietà, del servizio docce e del Centro d’Ascolto di via delle Sette Volte, sia pure con modalità compatibili con le indicazioni richieste per contenere la diffusione del virus”.

Il direttore della Caritas ha poi concluso affermando: “Come diocesi pensiamo ad istituire un fondo anti-crisi. Ringraziamo la Fondazione Pisa che ci ha fatto un importante donazione proprio per fronteggiare questa fase di emergenza. Ma è importante anche coordinarci il più possibile per evitare il disperdere di energie e risorse. E soprattutto mettere in campo strumenti forti, a livello nazionale e locale, in grado di ampliare considerevolmente le reti di protezione sociale. Altrimenti saremo destinati a pagarne le conseguenze per anni”.